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Cronaca Siculiana

Siculiana, chiuso b&b "sulla spiaggia": il Comune resiste al ricorso al Tar di Caruana

La Giunta ha deliberato di opporsi al ricorso al Tar presentato dall’imprenditore Leonardo Caruana al quale il Comune aveva vietato di proseguire le attività del b&b “La casa sulla spiaggia” a Siculiana Marina

La giunta comunale di Siculiana, su proposta del sindaco Leonardo Lauricella, ha deliberato la costituzione in giudizio davanti al Tar per resistere al ricorso presentato dall’imprenditore Leonardo Caruana al quale il Comune aveva vietato di proseguire le attività del b&b “La casa sulla spiaggia” a Siculiana Marina.

Il provvedimento di divieto di prosecuzione delle attività del quale si chiede l’annullamento ai giudici amministrativi era stato disposto dopo una segnalazione dei carabinieri di Siculiana diretti dal maresciallo Fabio Natale che avrebbero  accertato che i locali, a 150 metri dalla battigia al confine con la riserva naturale di Torre Salsa, «sono all’interno di una struttura oggetto di concessione edilizia in sanatoria realizzata all’interno della fascia di rispetto di inedificabilità assoluta e che gli edifici oggetto della concessione edilizia in sanatoria costituiscono impianti destinati alla diretta fruizione del mare poiché trattasi di manufatti adibiti a stabilimento balneare e strutture connesse».

Chiuso, dunque, nelle scorse settimane il b&b di Caruana che adesso si oppone al Tar, il Comune si costituisce in giudizio, rappresentato dall’avvocato Giovanni Gallo Afflitto, per difendere il provvedimento dopo che il responsabile dello Sportello unico per le attività produttive ha ulteriormente «accertato che la destinazione d’uso dei locali in oggetto adibiti a b&b non è compatibile al loro utilizzo».

Il b&b in questione si trova proprio sotto il "Centro per l’ambiente e la legalità" realizzato in uno degli immobili confiscati per mafia a Gerlando Caruana, il padre dell'imprenditore già finito alla ribalta delle cronache nel 2013 per la sua presunta assunzione a tempo determinato al Wwf, “capofila” delle associazioni ambientaliste che gestisce il centro realizzato nell’immobile confiscato al padre.

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