La maxi inchiesta sulla "rete" di Campione: resta il nodo delle intercettazioni
La procura deposita i nuovi atti ma la difesa insiste: "Prove che esistevano prima del processo, non possono essere più utilizzate contro gli imputati"
La procura deposita nuove intercettazioni telefoniche e ambientali provenienti dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ha condotto un'inchiesta parallela, per alcuni aspetti ancora in piedi, sul cosiddetto "sistema Campione".
La difesa, tuttavia, si oppone sollevando una serie di eccezioni procedurali. In particolare, secondo i legali dei 45 imputati, si tratterebbe di prove esistenti da tempo che non possono essere più prodotte e utilizzate nell'udienza preliminare.
La questione è di particolare rilevanza perchè, se dovesse essere accolta la richiesta della difesa, verrebbe meno una consistente parte del materiale probatorio al centro dell'impostazione accusatoria. Il giudice per l'udienza preliminare Micaela Raimondo ha fissato due udienze per il 13 e il 27 gennaio. Nella prima consentirà al procuratore facente funzioni Salvatore Vella e ai pm che curano il fascicolo di replicare alle osservazioni dei difensori. Nella seconda deciderà ed emetterà il provvedimento.
L'inchiesta ipotizzava una collaudata rete di corruttela messa in piedi dal patron di Girgenti Acque. Professionisti, politici, uomini delle istituzioni e forze dell'ordine sarebbero stati a disposizione della società e, in particolare del suo presidente Marco Campione, in cambio di favori e posti di lavoro per familiari e amici.
L'inchiesta "Waterloo" ruota attorno alla figura dell'imprenditore Marco Campione, ex presidente e "dominus" di Girgenti Acque, al quale si contesta di avere messo in piedi un sistema di corruzione a tutti livelli. Oltre al sessantenne imprenditore, titolare di una catena di aziende che operano nel commercio di diversi settori, erano finiti in carcere altri 7 collaboratori, poi rimessi tutti in libertà dal tribunale del riesame con diverse motivazioni.
Nella lista degli imputati ci sono i vertici di Girgenti Acque prima del commissariamento, politici, professionisti, forze dell'ordine, l'ex prefetto Nicola Diomede, accusato di avere “salvato” Girgenti Acque da un’interdittiva antimafia, e l'ex presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè al quale si contesta l'accusa di finanziamento illecito al partito.
Le indagini sul gruppo Campione, di recente, hanno portato a un provvedimento di sequestro di alcune aziende, nonchè ad un'interdittiva ovvero un provvedimento prefettizio che gli impedisce di stipulare contratti con la pubblica amministrazione.