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Cronaca

La maxi inchiesta sul "sistema Campione" davanti al gup, ex sindaco parte civile contro i presunti associati

Salvatore Petrotto, per tanti anni a capo della giunta di Racalmuto, chiede di entrare nel processo sostenendo di avere subito ritorsioni da parte della "rete" affaristica messa in piedi dall'ex presidente di Girgenti Acque. L'udienza preliminare salta per un problema di notifiche: pure l'associazione "A testa alta" vuole costituirsi

L'ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, e l'associazione "A testa alta" chiedono di costituirsi parte civile. La richiesta sarà valutata in un secondo momento dal gup Micaela Raimondo perchè l'udienza preliminare scaturita dall'operazione "Waterloo" è stata aggiornata al 24 giugno per via di alcune notifiche non andate in porto. 

L'operazione avrebbe disarticolato un complesso intreccio affaristico e corruttivo attorno a Girgenti Acque, la società che gestiva il servizio idrico. Professionisti, politici, uomini delle istituzioni e forze dell'ordine sarebbero stati a disposizione della società in cambio di favori e posti di lavoro per familiari, amici e amanti: nelle scorse settimane ovvero sette mesi dopo l'operazione - condotta da Dia, Guardia di Finanza e carabinieri - che hanno eseguito 8 provvedimenti di fermo nei confronti dei vertici di Girgenti Acque, società che gestiva il servizio idrico prima del commissariamento, nel novembre del 2018, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di 47 indagati. 

Petrotto, storico rivale di Campione, ha chiesto - attraverso il suo legale Ignazio Valenza - di costituirsi parte civile nei confronti degli imputati ai quali contestano l'associazione a delinquere in quanto sarebbe stato oggetto di ritorsioni per avere denunciato negli anni scorsi il cosiddetto sistema. Fra le altre cose, secondo la sua richiesta di costituzione, sarebbe stato ingiustamente accusato di corruzione dall'ex ammistratore delegato di Girgenti Acque, Giuseppe Giuffrida: vicenda per la quale fu processato e assolto.

Anche l'associazione "A testa alta" che promuove iniziative nel campo della legalità ha chiesto di entrare nel processo dando mandato all'avvocato Lillo Fumo di tutelare i propri interessi.

Il pool di pm - coordinato dall'ex procuratore Luigi Patronaggio e dall'aggiunto Salvatore Vella e composto dai pm Antonella Pandolfi, Sara Varazi e Paola Vetro - non arretra rispetto all'impostazione originaria che ha portato ai fermi di 8 persone, che non hanno superato il vaglio di gip e tribunale del riesame che hanno rimesso tutti in libertà.

L'inchiesta "Waterloo" ruota attorno alla figura dell'imprenditore Marco Campione, ex presidente e "dominus" di Girgenti Acque, al quale si contesta di avere messo in piedi un sistema di corruzione a tutti livelli. 

Oltre al sessantenne imprenditore, titolare di una catena di aziende che operano nel commercio di diversi settori, erano finiti in carcere altri 7 collaboratori. Nella lista degli imputati ci sono i vertici di Girgenti Acque prima del commissariamento, politici, professionisti, forze dell'ordine, l'ex prefetto Nicola Diomede, accusato di avere “salvato” Girgenti Acque da un’interdittiva antimafia, e il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè al quale si contesta l'accusa di finanziamento illecito al partito. Fra i reati contestati: l'associazione a delinquere, il concorso esterno, l'abuso di ufficio e la truffa. 

Nelle scorse settimane, intanto, l'ex legale di Campione, Omar Giampaolo Mohamed Ahmed, ha dichiarato di rinunciare al mandato rendendo dichiarazioni spontanee ai pm e aprendo un fronte di collaborazione che, in ogni caso, non pare aprire altri spunti di indagine. 

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