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Martedì, 23 Aprile 2024
Operazione "Waterloo"

La maxi inchiesta sul "sistema Campione", conclusa la requisitoria: chiesti 32 rinvii a giudizio e 15 proscioglimenti

Il procuratore reggente Salvatore Vella ha concluso il suo intervento all'udienza preliminare sulla presunta organizzazione criminale di "colletti bianchi" che sarebbe stata messa in piedi dall'ex presidente di Girgenti Acque. Ribadita la richiesta di mandare a processo l'ex prefetto Nicola Diomede e l'ex presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè. Non luogo a procedere per l'ex presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi

Trentadue richieste di rinvio a giudizio e 15 di non luogo a procedere: il procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella, ha concluso la requisitoria all'udienza preliminare scaturita dalla maxi inchiesta "Waterloo" sulla presunta organizzazione a delinquere di "colletti bianchi" che sarebbe stata messa in piedi dall'imprenditore Marco Campione, ex presidente di Girgenti Acque, società che gestiva il servizio idrico nell'Agrigentino. 

L'inchiesta ipotizzava una collaudata rete di corruttela messa in piedi dal patron di Girgenti Acque. Professionisti, politici, uomini delle istituzioni e forze dell'ordine sarebbero stati a disposizione della società e, in particolare del suo presidente Marco Campione, in cambio di favori e posti di lavoro per familiari e amici. In cambio il potente imprenditore avrebbe avuto protezioni, favoritismi e vantaggi a tutti i livelli. 

L'indagine "Waterloo" ruota attorno alla figura di Campione, ex presidente e "dominus" di Girgenti Acque, al quale si contesta di avere messo in piedi un sistema di affarismo illecito a tutti livelli. Oltre al sessantenne imprenditore, titolare di una catena di aziende che operano nel commercio di diversi settori, erano finiti in carcere altri 7 collaboratori, poi rimessi tutti in libertà dal tribunale del riesame con diverse motivazioni. Fra i reati contestati: l'associazione a delinquere, il concorso esterno, l'abuso di ufficio e la truffa.

Nella lista degli imputati ci sono i vertici di Girgenti Acque prima del commissariamento, politici, professionisti, forze dell'ordine, l'ex prefetto Nicola Diomede, accusato di avere “salvato” Girgenti Acque da un’interdittiva antimafia, e l'ex presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè al quale si contesta l'accusa di finanziamento illecito al partito. Sotto accusa anche Giovanni Pitruzzella, avvocato generale presso la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, al quale si contesta il concorso esterno in associazione a delinquere. Secondo i pm, in particolare, nel 2014, quando era a capo dell’autorità della concorrenza, fra le altre cose avrebbe esercitato delle ingerenze indebite per consentire a Campione l’approvazione delle nuove tariffe da parte dell’autorità per il servizio idrico. Aumento delle tariffe che l’ex presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, accusato di corruzione, avrebbe barattato in cambio di un alcuni contratti di lavoro per i figli alle dipendenze di Girgenti Acque e Hydortecne, società  gemella. 

Sia per Pitruzzella che per D'Orsi il procuratore ha chiesto il non doversi procedere anche alla luce del fatto che il giudice Micaela Raimondo ha dichiarato inutilizzabili diverse intercettazioni, accogliendo un'eccezione della difesa su alcuni vizi procedurali, con la conseguenza che le principali fonti di prova sono venute meno.

La lista degli imputati

Ecco tutti gli imputati: Marco Campione, 60 anni, ex presidente di Girgenti Acque; Pietro Arnone, 58 anni, amministratore unico di Hydortecne; Salvatore Aiola (ex brigadiere Nucleo Radiomobile Compagnia di Agrigento); Silvio Apostoli (intermediario per l’acquisto dei contatori idrici in Cina); Pio Giovanni Avanzato (funzionario Arpa); Bernardo Barone (Direttore tecnico programmazione Ato); Francesco Barrovecchio, 61 anni, responsabile tecnico Hydortecne; Alfonso Bugea (giornalista); Michele Calvello (manager Deloitte&Touche spa); Piero Cutaia, 51anni (direttore amministrativo di Girgenti Acque); Igino Della Volpe, 63 anni (membro del consiglio di amministrazione di Girgenti Acque); Nicola Diomede (ex Prefetto di Agrigento); Eugenio D’Orsi (ex presidente Provincia di Agrigento); Salvatore Gabriele (uomo politico e membro cda); Gerlando Gibilaro (ex consigliere comunale di Agrigento); Diego Galluzzo (membro cda Girgenti Acque e Hydortecne); Luigi Giambra; Giuseppe Giuffrida (consigliere comunale di Cattolica Eraclea); Giuseppe Giuffrida (ex dirigente Girgenti Acque); Salvatore Fanara (membro cda Girgenti Acque e Hydortecne); Ignazio La Porta (membro collegio sindacale); Francesco Paolo Lupo (dirigente della Soprintendenza Beni Culturali Agrigento); Claudio Lusa (responsabile team Deloitte&Touche spa); Francesco Macina (senior team Deloitte&Touche spa); Giuseppe Maragliano (dirigente Arpa); Gianfranco Miccichè (presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana); Giuseppe Milano (direttore tecnico amministrativo AG9); Salvatore Montana Lampo (direttore Arpa Agrigento); Giovanni Nicolosi; Alberto Paderni (senior team Deloitte&Touche spa); Calogero Patti; Gerlando Piparo (funzionario ex provincia Agrigento); Giovanni Pitruzzella (presidente Autorità garante della concorrenza e del mercato); Gian Domenico Ponzo (direttore generale); Fulvio Riccio (consulente a contratto dell’Autorità d’Ambito Ottimale della Provincia di Agrigento); Calogero Sala; Maria Patrizia Scimecca (dirigente Arpa); Francesco Scoma (deputato nazionale Italia Viva); Pietro Sorci (membro collegio sindacale); Carlo Sorci (presidente collegio sindacale Girgenti Acque); Maria Terrana (dipendente Girgenti Acque); Michele Termini (membro consiglio amministrazione); Giorgio Vetro; Roberto Violante (ex comandante della stazione carabinieri di Realmonte); Salvatore Vita (dipendente Girgenti Acque).

Le richieste conclusive: 32 rinvii a giudizio

Il procuratore reggente Salvatore Vella ha chiesto il proscioglimento di: Bugea, Calvello, D'Orsi, Gabriele, Gibilaro, Giuffrida (consigliere comunale di Cattolica), Lupo, Macina, Paderni, Pitruzzella, Riccio, Montana Lampo, Maragliano, Avanzato Pio e Scimecca. Per quasi tutti gli imputati la richiesta di proscioglimento è legata alla prescrizione o al fatto che sono venute meno le fonti di prova con l'ordinanza che ha dichiarato inutilizzabili le intercettazioni. Per gli altri è stata ribadita la richiesta di rinvio a giudizio. Il 28 aprile iniziano le discussioni dei difensori. 

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