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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Operazione "Waterloo"

"Deloitte non falsificò i bilanci di Girgenti Acque, le intercettazioni (inutilizzabili) dicono altro": ecco le motivazioni

I vertici della società pugliese erano accusati di concorso in associazione a delinquere per avere "taroccato" gli strumenti contabili della società che gestiva il servizio idrico. Il gup dispone il non luogo a procedere e spiega: "Impianto accusatorio debole"

"A prescindere dall'inutilizzabilità delle intercettazioni non si ravvisano falsificazioni dei bilanci della società Girgenti Acque": il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, in quasi 300 pagine di motivazioni, spiega le ragioni per cui i vertici del colosso pugliese Deloitte, balzato di recente agli onori delle cronache per i rilievi che hanno fatto finire sotto inchiesta la Juventus, non hanno alterato gli strumenti contabili.

Non ci fu compiacenza fra l'Arpa e Girgenti Acque: il gup motiva il proscioglimento

A Claudio Lusa, vertice del team della società di revisione, e agli altri componenti Michele Calvello, Alberto Paderni e Francesco Macina, si contestava, in particolare, il concorso esterno nell'associazione a delinquere che, sostiene l'accusa, sarebbe stata messa in piedi dal presidente della società che gestiva il servizio idrico nell'Agrigentino. Una vera e propria rete di corruzione, di cui ne facevano parte professionisti, uomini delle istituzioni e forze dell'ordine, che gli avrebbe consentito di usufruire di protezioni a tutti i livelli. 

La società, quindi, secondo l'ipotesi accusatoria che non ha retto al vaglio dell'udienza preliminare, avrebbe concordato con i vertici di Girgenti Acque i documenti da produrre al fine di insabbiare le criticità e avrebbe omesso una serie di rilievi che avrebbero portato alla bocciatura dei bilanci.

Ipotesi accusatoria che, tuttavia, il giudice ha ritenuto infondata tanto da rigettare le richieste di rinvio a giudizio e dichiarare il non luogo a procedere: "L'impianto accusatorio è debole. Le espressioni utilizzate dagli indagati sono scarsamente significative di un'attività diretta a garantire l'impunità". 

I contatti fra i vertici di Deloitte e Girgenti Acque, secondo il giudice, non sono sintomatici di connivenze e complicità ma sarebbero, piuttosto, "normali interlocuzioni".

Lusa, inoltre, in una conversazione con Calvello, detta le linee dicendo: "Se fanno porcherie ce ne andiamo". 

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