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Giovedì, 25 Aprile 2024
Operazione "Waterloo"

"Mai data alcuna informazione riservata a Campione, contro di me accuse superficiali": maresciallo accusa in aula

Il carabiniere Leonardo Di Mauro, negli anni scorsi a capo della stazione di Aragona, è accusato di avere corrotto il presidente di Girgenti Acque fornendogli notizie segrete in cambio dell'assunzione della moglie

"Contro di me accuse frettolose e superficiali, non ho mai fornito alcuna informazione riservata a Marco Campione che conosco poco e col quale non ho mai avuto rapporti di natura personale". Il maresciallo Leonardo Di Mauro, negli anni scorsi a capo della Stazione dei carabinieri di Aragona, ha deposto per oltre due ore all'udienza preliminare scaturita dall'inchiesta "Waterloo" sul cosiddetto sistema che sarebbe stato messo in piedi dall'imprenditore Marco Campione attorno a Girgenti Acque, società che gestiva il servizio idrico nell'Agrigentino. 

Nella "rete" del patron Girgenti Acque che avrebbe asservito - in cambio di assunzioni per amici e familiari - professionisti, pubblici funzionari, uomini delle istituzioni e forze dell'ordine, sarebbero finiti pure due marescialli a capo della stazione di Aragona fino ad alcuni anni fa: Leonardo Di Mauro e il suo vice Rino Vella. I sottufficiali, secondo l'accusa, avrebbero rivelato a Campione delle informazioni riservate in cambio dell'assunzione della moglie del comandante e del fratello dl vice. Di Mauro ha chiesto di essere interrogato davanti al giudice Micaela Raimondo davanti alla quale si celebra l'udienza preliminare a carico di 47 imputati.

"Contro di me - ha detto Di Mauro rispondendo al procuratore reggente Salvatore Vella e al suo stesso difensore, l'avvocato Salvatore Pennica - sono state fatte delle indagini superficiali, non ho mai rivelato a Campione alcuna informazione riservata". La sua deposizione assume a tratti connotati di grande emotività. Il maresciallo accusato di corruzione non riesce a trattenere le lacrime dalla rabbia. Fra le contestazioni quella di avergli rivelato, il 9 marzo del 2015, l'esistenza e il contenuto di una querela presentata da una donna nei confronti del patron di Girgenti Acque che lo accusava di svariati abusi e truffa. 

I due marescialli sarebbero andati negli uffici di Girgenti Acque e gli avrebbero rivelato il contenuto della denuncia che doveva restare riservato. In cambio di questo favore - secondo quanto sostiene la procura sulla base delle intercettazioni - i due carabinieri avrebbero ottenuto l'assunzione dei familiari.

"C'è un incredibile errore di fondo in questa vicenda - ha attaccato Di Mauro - perchè quel giorno mia moglie era stata già assunta da Girgenti Acque, in ogni caso io e il maresciallo Vella ci siamo limitati a dare esecuzione a una delega dei colleghi di Cammarata che ci chiedevano di notificare la cosiddetta elezione di domicilio ovvero chiedere di nominare un difensore e indicare un indirizzo dove ricevere gli atti". 

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