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Operazione Supermarket / Porto Empedocle

"Gestivano tre piazze di spaccio a Porto Empedocle": riparte processo in appello per dieci imputati

Un'abitazione privata, un bar e una villetta pubblica sarebbero state trasformate in vere e proprie centrali di distribuzione della droga: in primo grado altri quindici imputati ne sono usciti indenni fra assoluzione e prescrizione

Tre centrali della droga allestite in un bar di Porto Empedocle, in una villetta pubblica e in una casa privata: riparte in Corte di appello il processo scaturito dall'operazione "Supermarket".

Dieci gli imputati che compariranno il prossimo 18 aprile: Andrea Amato (condannato a 4 anni e 3 mesi in primo grado); Rosario Amato (6 anni e 7 mesi); Emanuele Amato (2 anni e 5 mesi); Pietro Sacco (2 anni); Luigi Pulsiano (3 anni); Loredana Prisma (5 anni e 3 mesi); Emanuel Lombardo (1 anno e 4 mesi); Carmelo Albanese (1 anno e 4 mesi); Alfonso Tuttolomondo (1 anno e 4 mesi); Luigi Formica (2 anni).

In primo grado altri quindici imputati ne sono usciti indenni fra assoluzioni nel merito e prescrizione. L’indagine è partita nei primi giorni del 2014. I poliziotti in 48 ore si imbattono in due episodi che denotano un fiorente consumo di droga in città. Il 2 gennaio viene arrestato un trentunenne sorpreso a spacciare per strada. L’operazione dei poliziotti consente pure di sequestrare sette dosi di cocaina, consegnati spontaneamente dal giovane nelle fasi dell’arresto.

L’episodio viene messo in relazione con un’altra operazione, eseguita due giorni prima quando un 43enne empedoclino viene sorpreso mentre tenta di disfarsi di tre involucri contenenti cocaina gettandoli dal finestrino di un’auto in corsa.

Gli inquirenti attivano delle “fonti confidenziali” che rivelano l’esistenza di un bar dentro il quale sarebbe stata allestita una vera e propria centrale dello spaccio. La fonte indica pure una scalinata, adiacente alla villa comunale "Luca Crescente" dove l'uomo avrebbe nascosto la droga per eludere i controlli. Le indagini, con intercettazioni e riprese video, hanno consentito di delineare anche il ruolo della famiglia Amato che avrebbe trasformato la propria casa in un market della droga.

L'inchiesta avrebbe individuato un massiccio giro di spaccio di hashish e cocaina a Porto Empedocle di cui avrebbero fatto parte, ognuno con un ruolo diverso, una trentina di persone. La droga sarebbe stata acquistata a Palermo e poi spacciata nella cittadina marinara dal gruppo che avrebbe avuto una fitta rete di clientela.

I difensori (nel collegio, fra gli altri, gli avvocati Davide Casà, Rosario Fiore, Salvatore Collura, Antonino Gaziano e Vincenza Gaziano) hanno impugnato la sentenza di condanna che adesso sarà ridiscussa in Corte di appello. 

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