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Cronaca Palma di Montechiaro

Fiumi di droga, estorsioni, minacce e il "braccetto" con la politica: ecco i dettagli dell'operazione "Oro bianco"

Secondo gli inquirenti il "paracco" dei Cocciuvì, i Pace, avrebbe anche raccolto voti per il deputato regionale Carmelo Pullara nella speranza di ottenere favori. Lui però, secondo gli inquirenti, sarebbe stato ignaro di tutto. Trovati 78mila euro in una masseria durante le perquisizioni: sarebbe il "tesoretto", frutto dello spaccio del gruppo

Soldi, politica, droga, lavori pubblici, estorsioni. Il blitz "Oro bianco", svoltosi stamattina tra Favara, Licata e Palma di Montechiaro mette alla luce, nella ricostruzione fatta dagli inquirenti, la capacità di penetrazione ancora sul territorio provinciale di una mafia assolutamente "arcaica" e meno strutturata, quella cioè dei cosiddetti "Paracchi" e in particolare quella dei Pace, intesi "Cucciuvì". 

La stessa matrice che ha partorito la "Stidda", che tanti lutti ha seminato nell'Agrigentino e in Sicilia.  Nell'inchiesta, di cui trapelano i primi contenuti, emergono nomi già collegati ai gruppi storici delle famiglie Calafato e Benvenuto, attraverso il capostipite Domenico Pace, 70 anni,  e il suo "paracco" che sarebbe oggi gestito dal nipote, Rosario Pace, 51 anni. Un cognome, quello dei Pace, tristemente noto perché appartenente ad un altro Domenico, tra gli autori dell'omicidio di Rosario Livatino.

Mafia, droga e politica: scatta il blitz "Oro bianco"

A monte di tutta l'operazione, secondo la ricostruzione degli inquirenti, c'è "l'oro bianco", la cocaina soprattutto, ma anche l'eroina e l'hashish che in enormi quantità arrivavano in provincia di Agrigento da Palermo.

Ruolo cardine in tal senso avrebbe avuto Giuseppe Blando, 47 anni di Favara: secondo i carabinieri ha svolto infatti l'attività di cardine tra Cosa nostra palermitana, la mafia calabrese e la stidda. L'uomo era stato già arrestato nel contesto dell'operazione Montagna ed è fratello di Domenico Blando, arrestato nel maggio del 1996 assieme alla moglie, entrambi favoreggiatori della latitanza di Giovanni Brusca fino al suo arresto ad Agrigento nel maggio 1990.

Operazione "Oro bianco", il colonnello Stigo: "Lo Stato c'è"

I Pace, però, secondo l'accusa, si sarebbero occupati anche di altro oltre al semplice commercio di stupefacente, mettendo in atto estorsion (un caso è quello operato ai danni di un'impresa di Favara per i lavori condotti alla Stazione Pizzillo), minacce (anche ai danni della Polizia municipale di Palma) e attività di recupero crediti. Chiare, in tal senso sarebbero per gli inquirenti le intercettazioni: "Fagli uscire i soldi... rompigli le corna". Gli stessi avrebbero anche pianificato delle rapine con l'uso di Ak47.

Le perquisizioni hanno inoltre consentito di sequestrare 78mila euro in contanti, nella masserie di uno degli indagati, Salvatore Carusotto.

Oro bianco, arrestato anche un bancario-consigliere comunale

Il "paracco" però avrebbe avuto anche grande attenzione per la politica locale. Capo decina del gruppo dei "Cocciuvì" era Salvatore Montalto, consigliere comunale in carica dell'Udc. Frenetiche, in tal senso, le conversazioni intercettate durante le attività elettorali. Montalto, dicono i carabinieri, è anche accusato di aver sfruttato il suo ruolo all’interno dell’Unicredit di Palma di Montechiaro "attraverso il quale agevolava l’incasso di assegni intestati al capogruppo Domenico Manganello emessi da soggetti connessi al traffico di stupefacenti". Ma non solo: secondo gli inquirenti il "paracco" avrebbe offerto sostegno elettorale al deputato regionale Carmelo Pullara, il quale però sarebbe risultato inconsapevole dell'origine delle preferenze.

La replica di Pullara: "Io ignaro di tutto, provata la mia estraneità"

A questo si aggiungono le attività di "welfare": i Pace si sarebbero interessati di assunzioni pubbliche "facendo giungere le proprie segnalazioni a influenti rappresentanti della politica e delle istituzioni locali ottenendo rapidamente le risposte desiderate", oltre che fornire "assistenza alle famiglie degli affiliati malati o detenuti inclusi interessamenti per visite mediche attraverso la distribuzione di somme di denaro".

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