La truffa dell'accoglienza dei migranti, tolto obbligo di firma ad indagato
Il gip revoca la misura al 37enne Alessandro Chianetta, presunto socio di fatto della Omnia Academy. La Procura ha già chiuso l'inchiesta per i sei componenti dell'associazione
Revocato l'obbligo di firma al 37enne favarese Alessandro Chianetta, indagato nell'ambito dell'inchiesta che ipotizza una truffa milionaria nell'assistenza dei migranti nei centri di accoglienza attraverso una duplicazione dei rimborsi, mediante l'attestazione di false presenze, e un giro di fatture per spese inesistenti.
Il gip Francesco Provenzano, al quale si sono rivolti i difensori, gli avvocati Santino Russo e Anna Mulè, ha tolto la misura cautelare alla quale era sottoposto dal 18 febbraio, giorno in cui è scattata l'operazione eseguita dalla Guardia di Finanza. Resta, invece, la misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione.
I difensori avevano sottolineato che l'indagato, indicato come "socio di fatto" della Omnia Academy, società che gestiva fino a 15 centri di accoglienza nell'isola, era una figura marginale nell'associazione e, peraltro, non sarebbe neppure in buoni rapporti con la cooperativa avendo pure intentato un contenzioso previdenziale.
Nel frattempo, nelle scorse ore, il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il pubblico ministero Elenia Manno, hanno fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini ai sei indagati. Nella lista, oltre Chianetta, compaiono: Francesco Morgante, 52 anni; Anna Maria Nobile, 49 anni; Giovanni Giglia, 56 anni; Giuseppe Butticè, 57 anni; tutti di Favara e Massimo Accurso Tagano, 50 anni, di Agrigento.
Con l'avviso di fine inchiesta, i difensori - nel collegio ci sono pure gli avvocati Daniela Posante, Antonella Arcieri e Calogero Sferrazza - avranno 20 giorni di tempo per convincere i pm ad archiviare il procedimento sollecitando nuove indagini, producendo memorie o chiedendo un interrogatorio dei loro assistiti.