La maxi inchiesta sul crac Pelonero, il riesame ribadisce: "Nessuna associazione"
I giudici del tribunale della libertà: "Vicenda connotata da estemporaneità". Sulle singole accuse di bancarotta: "Fatti datati nel tempo, non sono dimostrate le esigenze cautelari"
"Il fatto che siano stati realizzati più delitti di bancarotta nell'ambito dello stesso nucleo familiare non è sufficiente a fare emergere la stabile partecipazione a un sodalizio. L'intera vicenda è connotata da aspetti di estemporaneità". Il tribunale del riesame ribadisce: la famiglia Sferrazza, finita al centro dell'inchiesta sul crac del gruppo Pelonero, fra i più affermati in provincia di Agrigento nella vendita di casalinghi e articoli da regalo, non aveva messo in piedi alcuna associazione a delinquere.
I giudici del tribunale della libertà di Palermo, a cui si sono rivolti i difensori, gli avvocati Daniela Posante (nella foto in basso) e Giacinto Paci, hanno depositato le motivazioni di altre due ordinanze di annullamento degli arresti domiciliari.
L'operazione, al termine di un'indagine iniziata nel 2015 e condotta sul campo dalla Guardia di Finanza, era scattata all'alba del 30 luglio. L'ordinanza cautelare è stata firmata dal gip Luisa Turco su richiesta dei pubblici ministeri Alessandra Russo e Paola Vetro. Agli arresti domiciliari erano finiti Gaetano Sferrazza, 78 anni; i figli Gioachino, 54 anni con la moglie Maria Teresa Cani, 54 anni e i figli Gaetano e Fabiana, 29 e 26 anni; Diego, 51 anni con la moglie Giovanna Lalicata, 51 anni e i figli Clelia e Gaetano, 23 e 28 anni e la commercialista Graziella Falzone, 53 anni. Quest'ultima è ritenuta dagli inquirenti la "mente" del gruppo che avrebbe ideato le soluzioni tecniche per svuotare le aziende in vista del fallimento pilotato e della "ripartenza" con un'altra azienda intestata ad altri familiari o prestanome.
Il tribunale del riesame, il 19 agosto, ha annullato l'ordinanza per tutti e li ha rimessi in libertà Nei giorni scorsi sono state depositate le motivazioni del provvedimento per Cani e la nipote Clelia Sferrazza. Nelle scorse ore sono state rese note quelle che hanno portato alla scarcerazione di Gaetano Sferrazza di 78 anni e del nipote omonimo, classe 1992. I contenuti sono del tutto uguali.
Si esclude l'esistenza di un'organizzazione a delinquere perchè "non sono stati offerti elementi sufficienti a fare emergere la gravità indiziaria in relazione al reato associativo". Quanto ai singoli reati contestati di bancarotta fraudolenta e riciclaggio, inoltre, "risalgono ai lontani 2013, 2014 e 2016 e tale considerevole lasso di tempo impedisce di individuare un significativo rischio di ripetizione del comportamento criminoso".
In sostanza sulle singole accuse non viene fatta alcuna valutazione circa la sussistenza dei gravi indizi perchè i fatti sono troppo datati per giustificare una misura cautelare e "le altre valutazioni, in questa fase, sono superflue".