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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

L'inchiesta sui falsi permessi di soggiorno, revocati domiciliari a imprenditore

Il gup, in considerazione del decorso del tempo e della corretta condotta tenuta, ha sostituito la misura con l'obbligo congiunto di dimora e presentazione alla pg per il 34enne Salvatore Randisi arrestato nell'operazione "Illegal Stay"

Gli oltre due mesi di detenzione in regime di arresti domiciliari "senza dar luogo a rilievi" e la "limitatezza delle condotte contestate" fanno ritenere affievolite le esigenze cautelari: con queste motivazioni il gip di Palermo, Lorenzo Jannelli, al quale si è rivolto il difensore, l'avvocato Gianluca Camilleri, ha revocato gli arresti domiciliari nei confronti dell'imprenditore Salvatore Randisi, 34 anni, indagato nell'ambito dell'inchiesta "Illegal Stay".

Nei suoi confronti è stata, invece, applicata la misura dell'obbligo di dimora, con la prescrizione di restare in casa dalle 21 alle 7 e l'obbligo di firma quotidiano.

L'operazione, eseguita lo scorso 17 gennaio dalla Guardia di Finanza, avrebbe disarticolato una presunta organizzazione che consentiva agli stranieri di ottenere permessi di soggiorno illegali attraverso false documentazioni contabili e fiscali.

A Randisi si contesta l'associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Altri tre indagati sono finiti in carcere: si tratta di Nicolò Vancheri detto “Massimo”, 55 anni, titolare di uno studio contabile e di diversi patronati ad Agrigento; Moutaga Tierno Fall, 44 anni, e Papa “Papi” Ndyae, 67 anni, rappresentanti della comunità senegalese agrigentina.

Randisi, in particolare, attraverso la sua ditta individuale avrebbe predisposto fatture e dichiarazioni fiscali false, dietro indicazione di Vancheri, per fare in modo che le richieste di permesso di soggiorno per lavoro autonomo avessero i requisiti richiesti.

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