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Cronaca

Giro di squillo al "Dolce vita", parte udienza preliminare bis per 7 imputati

Ancora problemi nelle notifiche: per lo stesso motivo c'era stato uno stralcio rispetto al procedimento principale

Squillo assoldate dalla Romania e fatte prostituire nel locale "Dolce vita", lungo la strada industriale: l'udienza preliminare bis, a distanza di tredici anni dagli arresti, stenta a decollare con il rischio di prescrizione dietro l'angolo. Ieri mattina, davanti al gup Luisa Turco, è ripreso il procedimento a carico di sette persone ma alcune notifiche non sono andate a buon fine ed è stato necessario aggiornare l'udienza al 30 novembre per fare un nuovo tentativo.

Il pubblico ministero Elenia Manno ha chiesto il rinvio a giudizio di Elena Acujboaei, 41 anni; Maria Balan, 66 anni; Alis Ana Acujboaei, 41 anni; Robert Florin Tesoi, 35 anni; Neculai Zavache, 38 anni, Vasile Sorin Chiriac, 49 anni; tutti rumeni e Giovanni Corvaia, 42 anni, nato Agrigento e residente in Germania. La vicenda, nei mesi scorsi, è approdata in aula col rinvio a giudizio di alcuni imputati (proprio oggi ci sarà la prima udienza del dibattimento) ma sono state stralciate diverse posizioni per la difficoltà nel notificare gli avvisi del procedimento agli imputati che, nel frattempo, sono tornati in Romania o sono andati a risiedere all’estero. 

Sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed esercizio della prostituzione. Gli imputati avrebbero procacciato le prostitute rumene pagando loro il viaggio e promettendo facili guadagni. Per l'ingresso in Italia, in quegli anni più complesso perchè la Romania non faceva parte dell'Unione europea, avrebbero attestato falsamente l'ospitalità per altri motivi. Una volta arrivate in Italia le ragazze, sostiene l'accusa, venivano fatte prostituire nel night "La dolce vita", nella zona industriale della città, che ha dato il nome all'operazione.

All'interno del locale notturno vi sarebbero stati dei camerini dove le ragazze vendevano il loro corpo ai clienti. All’udienza preliminare, i difensori – fra gli altri, gli avvocati Daniele Re, Aldo Virone, Salvatore Brucculeri e Diego Galluzzo – potranno chiedere riti alternativi come l’abbreviato o il patteggiamento. Il rischio di prescrizione, considerato che alcuni fatti risalgono addirittura al 2005, è sempre dietro l’angolo. Dieci ragazze romene, indicate come “parti offese” perché sarebbero state sfruttate dagli imputati, potrebbero costituirsi parte civile.

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