Operazione "Charon", i dettagli: fughe dai centri d'accoglienza pianificate dalla banda
La struttura avrebbe avuto a disposizione anche gommoni veloci e case sicure per permettere ai migranti di sfuggire ai controlli
Avrebbero concordato anche le fughe dai centri di accoglienza per poi condurre i migranti che avevano pagato il "servizio" ottenuto i componenti dell'associazione criminale transnazionale, composta da cittadini italiani ed extracomunitari, smantellata oggi dalla Guardia di Finanza.
L'operazione, denominata "Charon", come il Caronte che trasportava le anime dei dannati oltre lo Stige, il fiume infernale, ha messo in luce un collaudato sistema dedito al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, con collegamenti, almeno di alcuni degli indagati, con ambienti del terrorismo internazionale.
La struttura era efficientissima e capace di fornire "servizi" a chi poteva pagarli. "Le indagini hanno dimostrato la capacità delle organizzazioni criminali a carattere transnazionale di offrire, nel settore dei traffici di esseri umani, nuovi 'servizi' volti a rendere le traversate più sicure, ovviamente in cambio di retribuzioni maggiorate con lauti guadagni, ma, anche e soprattutto, a garantire la non identificazione delle persone sbarcate da parte delle autorità nazionali - riporta l'agenzia Adnkronos -. Ciò sia per assicurare una loro maggiore libertà di movimento una volta giunti a destinazione, sia per consentire ai ricercati di sfuggire alle forze di polizia o per assicurare l'anonimato a quei soggetti che si recano in Europa con finalità illecite".
I viaggi avvenivano a bordo di gommoni veloci per sfuggire ai controlli e in sicurezza maggiore di quanto vissuto da coloro che invece affrontavano i "viaggi della speranza" e dopo si assisteva ad un'assistenza completa nei confronti del "cliente": ai migranti si garantiva infatti la permanenza illegale in Italia, mettendo a disposizione case sicure e coordinando le fughe dai centri di accoglienza. In un caso specifico, l'organizzazione avrebbe ospitato in provincia di Trapani un soggetto con collegamenti con ambienti terroristici, destinatario di un provvedimento di cattura europeo per un tentato omicidio avvenuto in Germania.
La struttura utilizzava linguaggi in codice per eludere le indagini e aveva creato un circuito di contatti stabili con organizzazioni tunisine che agivano come "tour operator", individuando i futuri "clienti".
Le attività d’indagine condotte dai militari del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Agrigento hanno visto l'uso di intercettazioni, appostamenti e controlli in mare e hanno permesso di documentare "il continuo contatto telefonico tra gli indagati, l’acquisto reiterato di schede telefoniche, la messa a disposizione di natanti, autovetture, dispositivi telefonici (spesso intestati a terzi), abitazioni per ospitare i migranti e capanni per occultare i gommoni e la disponibilità di mezzi navali di elevata rilevanza economica".