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Cronaca

Furti di corrente elettrica e mazzetta agli ispettori Enel, in aula il racconto delle indagini

Appuntato rivela in aula le intercettazioni che hanno portato all'operazione "Alta tensione"

"I due verificatori dell'Enel discutevano del loro giro di tangenti e delle modalità con cui organizzare il sistema, in un passaggio uno dei commercianti gli rappresenta anche la volontà di mettersi in regola ma poi non so come andò a finire".

L'appuntato dei carabinieri Giacomo Alotto, in servizio al comando provinciale di Agrigento, racconta in aula le indagini che hanno portato al processo su un presunto giro di furti di corrente elettrica e tangenti scoperti nell'ambito dell'inchiesta “Alta tensione”. I personaggi chiave dell’indagine sono Giovanni Trupiano, 61 anni di Agrigento, e Domenico La Porta, 64 anni di Naro, ispettori della multinazionale che, secondo quanto ipotizza l'accusa, avrebbero intascato delle tangenti per coprire o, addirittura, agevolare le ruberie. “Li abbiamo intercettati a lungo ma - ha detto il carabiniere rispondendo al pm Chiara Bisso -, in alcuni casi, siamo stati costretti a fermarci per non essere scoperti perchè spesso si appartavano in campagna o in luoghi molto isolati”.

Le microspie, in ogni caso, registravano ogni loro conversazione dalle quali - sostiene l'accusa - sarebbe arrivata la conferma del presunto giro che avrebbero allestito. Luigia Vinci, 59 anni, di Canicattì, avrebbe invece fatto da intermediaria e procacciatrice di nuovi clienti per i due verificatori. Il processo è giunto alle battute iniziali davanti ai giudici della prima sezione penale presieduta da Alfonso Malato. Si torna in aula il 15 febbraio.

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