Operaio morto dopo esplosione bombola di ossigeno, slitta la decisione sui rinvii a giudizio
Il verdetto del gup posticipata di una settimana: il ventottenne Massimo Aliseo stava lavorando in uno stabilimento dell'Area di sviluppo industriale
Slitta al 21 luglio, per la necessità del giudice di approfondire i fatti, la decisione sul rinvio a giudizio dei tre imputati che rischiano il processo nell'ambito dell'inchiesta sulla morte dell'operaio ventottenne Massimo Aliseo rimasto ucciso nello schianto provocato dall'esplosione di una bombola di gas.
Il giovane, dipendente della Medical Gas Criogenici, morì il 2 gennaio di 3 anni fa mentre lavorava nello stabilimento dell'Area di sviluppo industriale. Per quella tragedia che scosse l'intera città, il pubblico ministero Chiara Bisso ha chiesto tre rinvii a giudizio. A rischiare il processo sono Corrado Di Salvo, 58 anni, di Agrigento; Nicolò Falzone, 49 anni, di Porto Empedocle e Giuseppe Campione, 37 anni, di Agrigento.
Quest'ultimo, dipendente dell'azienda, è accusato solo di favoreggiamento personale perchè, sentito dai carabinieri che indagavano sull'accaduto, avrebbe omesso di raccontare che, dopo l'incidente, aveva trasportato all'esterno un motociclo da enduro "la cui presenza sarebbe stata sintomatica della violazione delle disposizioni in materia di sicurezza".
La procura ritiene, invece, che le immagini della videosorveglianza avrebbero provato il contrario.
Assai più complessa la posizione di Di Salvo e Falzone accusati di omicidio colposo e numerose violazioni della normativa in materia di sicurezza sul lavoro.