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Cronaca

Operaio morto dopo caduta da ponteggio, rinviato a giudizio titolare impresa

Giuseppe Schembri, 63 anni, è accusato di omicidio colposo. La vittima si chiamava Antonio Vitello e aveva 55 anni

“Niente dispositivi di protezione e ponteggio inadeguato a garantire la sicurezza”: sarà un dibattimento ad accertare se l’imprenditore Giuseppe Schembri, 63 anni, di Favara, è colpevole della morte dell’operaio Antonio Vitello, 55 anni, anch’egli di Favara, precipitato da un ponte di diciotto metri mentre lavorava in un cantiere al viale Cannatello. Il rinvio a giudizio, nel pomeriggio, è stato disposto dal gup Stefano Zammuto che ha accolto la richiesta del pm Alessandra Russo, titolare dell’inchiesta.

Operaio morto dopo caduta dal ponteggio, chiesto rinvio a giudizio

Schembri, difeso dall’avvocato Salvatore Pennica, sarà processato davanti al giudice monocratico per l’accusa di omicidio colposo. La morte di Vitello è avvenuta il 29 gennaio del 2016. Schembri è il titolare dell’impresa S.C.M. alle cui dipendenze lavorava la vittima.

L’imputato era stato incaricato dai proprietari di uno stabile di viale Cannatello di eseguire dei lavori di ripristino dei balconi e dei cornicioni. Nel mirino del magistrato della Procura, in particolare, la cosiddetta piattaforma, vale a dire il ponteggio che è stato usato dall'operaio per salire all'altezza dei cornicioni. Secondo il pubblico ministero non avrebbe avuto i requisiti di sicurezza. Innanzitutto il piano di calpestio, la cui rottura avrebbe provocato la caduta e la morte dell’operaio, non avrebbe avuto lo spessore necessario.

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