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Corte di assise / Raffadali

"Bastardo, dammi i soldi... ti ammazzo se chiami i carabinieri", in aula i messaggi audio shock prima dell'omicidio

Gaetano Rampello, poliziotto in servizio al reparto mobile della Questura di Catania, è accusato di avere ucciso il figlio 24enne Vincenzo, con problemi psichici, che lo minacciava e aggrediva per avere il denaro. Due marescialli ricostruiscono l'indagine

"Allora brutto bastardo, mandami subito sti soldi. Mi fai schifo come padre, non rivolgerti ai carabinieri perchè ti ammazzo". 

Un messaggio audio, di un minuto e 14 secondi, pieno di indicibili insulti e minacce, sentito in aula da un dispositivo elettronico, conferma le continue aggressioni, finalizzate ad avere del denaro (20 euro in questa circostanza) da parte del 24enne Vincenzo Rampello, assassinato dal padre Gaetano, 58 anni, poliziotto in servizio al reparto mobile della Questura di Catania, che ha confessato l'omicidio, messo a segno in piazza Progresso, a Raffadali, lo scorso primo febbraio.

Il poliziotto, secondo la ricostruzione dei fatti, ha scaricato 14 colpi di pistola contro il figlio dopo l'ennesima aggressione. I due si erano dati appuntamento per la consegna concordata di 30 euro, chiesti con toni minacciosi la notte precedente. Al momento della consegna l'aggressione e l'insulto: "Me ne devi dare 50". Poi la vera e propria rapina con il ragazzo, che soffriva di problemi psichici, che gli sfila il portafogli prendendogli altri 15 euro. Il padre, a quel punto, estrae l'arma e spara colpendolo a capo, addome e torace.

Il processo, davanti alla Corte di assise presieduta da Wilma Angela Mazzara, è arrivato alle battute decisive. In aula, su richiesta del difensore di Rampello, l'avvocato Daniela Posante, è stato ascoltato un messaggio audio, inviato dal ragazzo al padre, con cui gli chiedeva dei soldi ricoprendolo di insulti e minacciandolo di morte.

Il maresciallo Armando Manzo, a capo della stazione dei carabinieri di Raffadali, citato dal pm Elenia Manno, ha rivelato inoltre che "Gaetano Rampello sollecitava spesso il collocamento del figlio in comunità perchè era aggressivo e violento, a seguito delle sue segnalazioni ho scritto più volte al centro di salute mentale e ai servizi sociali". 

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