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Cronaca Cattolica Eraclea

Omicidio Miceli, l'accusa: "Si avvicinò al laboratorio della vittima e tornò con una valigetta"

Carabinieri e Procura avevano ipotizzato, durante le fasi investigative, che il movente del delitto potesse essere quello della rapina. Non sono però stati trovati indizi di colpevolezza

Le telecamere di video sorveglianza, poste a presidio di alcune attività commerciali di Cattolica Eraclea, non soltanto avrebbero ripreso il presunto pedinamento durato circa tre ore ed alcuni appostamenti della Fiat Punto nera, ma avrebbero anche registrato - stando all'inchiesta dei carabinieri e della Procura - un dettaglio che, ai fini investigativi, non è stato ritenuto di poco conto. Il giorno dell'omicidio, il 6 dicembre del 2015, l'indagato, Gaetano Sciortino, sarebbe stato ripreso dagli impianti di videosorveglianza mentre - stando sempre alle ricostruzioni dell'accusa - lasciava l'utilitaria nei pressi del laboratorio del marmista, Giuseppe Miceli. L'indagato - destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Gip Stefano Zammuto su richiesta del sostituto procuratore Silvia Baldi, - a piedi avrebbe, dunque, verosimilmente, raggiunto il laboratorio dal quale avrebbe poi fatto ritorno tenendo in mano una valigetta.

Svolta nell'inchiesta: operaio "incastrato" dall'orma di una scarpa

Le telecamere di video sorveglianza non hanno registrato l'ingresso dell'operaio edile cinquantatreenne dentro il laboratorio artigianale. Il raggio d'azione dei sistemi di videosorveglianza si arresta, infatti, prima. Lo avrebbero - stando alle ricostruzioni dei militari dell'Arma - immortalato mentre si immetteva sulla stradina che conduce al laboratorio e poi, al momento del ritorno verso la Fiat Punto nera, con in mano una valigetta che investigatori e inquirenti ritengono contenesse le punte di trapano.

IL VIDEO. "La Fiat Punto nera pedinava la vittima" 

Durante la fase investigativa, i carabinieri hanno sentito Gaetano Sciortino che avrebbe ammesso - stando alle informazioni fornite dai carabinieri - di aver preso quella valigetta trovata però per strada. I carabinieri non gli hanno però creduto. Le indagini non sono riuscita ad accertare se quella valigetta fosse stata presa, ad esempio, in prestito o se fosse stata portata via all'insaputa del marmista.

Fissato l'interrogatorio di garanzia

Non è escluso, dunque, che durante l'interrogatorio di garanzia - previsto per domani - possano venire formulate domande anche al riguardo.

Carabinieri e Procura avevano ipotizzato, durante le fasi investigative, che il movente del delitto potesse essere quello della rapina. Non sono però stati trovati indizi di colpevolezza al riguardo. Il movente dell'omicidio è rimasto, pertanto, ancora non chiaro. 

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