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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

«Self service», la Cassazione ha deciso: il processo resta al Tribunale di Agrigento

L’istanza era stata avanzata dall'avvocato Angelo Nicotra in seguito ad un manifesto affisso dall’ex consigliere comunale Giuseppe Arnone che secondo la difesa avrebbe potuto interferire con la serenità dei magistrati. Ma per la Suprema corte non c'è alcun motivo per spostare il processo

Il processo "Self Service", scaturito dall'operazione della Digos della Questura di Agrigento che ha portato a galla un presunto giro di tangenti nell’Ufficio tecnico comunale di Agrigento, non sarà trasferito in altra sede giudiziaria.

A stabilirlo è stata la Cassazione, secondo cui non c’è stato alcun episodio che ha fatto venire meno la serenità dei giudici del Tribunale di Agrigento. La Suprema corte si è espressa in seguito alla richiesta dell’avvocato Angelo Nicotra, difensore dell’ex dirigente dell’Utc Sebastiano Di Francesco, che aveva chiesto il trasferimento del processo per “mancanza delle condizioni di serenità”.

L’istanza del legale era stata presentata in seguito ad un manifesto affisso dall’ex consigliere comunale Giuseppe Arnone davanti il Tribunale di Agrigento che secondo la difesa avrebbe potuto interferire con la serenità dei magistrati. Dunque per la Cassazione si può procedere e questa mattina dovrebbe esserci un’altra udienza dove verrà, probabilmente, fissata la data per la sentenza.

L’accusa ha chiesto la condanna a 6 anni di reclusione per Sebastiano Di Francesco, ai tempi dirigente del settore urbanistica del Comune; 8 anni e 6 mesi per Luigi Zicari, funzionario dell’ufficio tecnico; 4 anni e 6 mesi per Pietro Vullo, architetto; 4 anni e 6 mesi per Roberto Gallo Afflitto; 2 anni per Gerlando Tuttolomondo; un anno e 4 mesi per Rosario Troisi; un anno e 2 mesi per Calogero Albanese; e 8 mesi per Massimo Lorgio. E’ stata, inoltre, chiesta l'assoluzione per la madre di Lorgio, Pasqualina Sciarratta di 84 anni.

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