Mancanza di autorizzazioni e di infrastrutture per trattare i rifiuti: ecco perché è stato sequestrato Foro Boario, due indagati
Ad essere iscritti nel fascicolo della Procura sono stati il responsabile dell'ufficio Ambiente e Raccolta ottimale del Comune e l'amministratore unico della Sea, ossia la società che svolge il servizio
Mancata autorizzazione per il sito di Foro Boario al trattamento dei rifiuti urbani raccolti e convogliati nell'area per il temporaneo stazionamento e il successivo trasferimento in discarica; mancanza dell'infrastruttura necessaria a garantire il trattamento dei rifiuti - svolto abusivamente - e al loro trasferimento e presenza di rifiuti indifferenziati e pericolosi, conferiti e trattati in maniera indiscriminata. Ma anche mancanza del sistema di protezione e recinzione del sito, privo di procedure e sistemi antincendio. E' per questi motivi che l'area di Foro Boario, a Canicattì, è stata sequestrata. Due le persone iscritte nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Agrigento, con a capo il procuratore facente funzioni Salvatore Vella.
Sequestrato il Foro boario, dubbi sui requisiti dell’area per il conferimento dei rifiuti
Ad essere indagati sono stati il responsabile dell'ufficio Ambiente e Raccolta ottimale del Comune di Canicattì e l'amministratore unico della Sea di Agrigento, ossia la società che svolge il servizio della raccolta dei rifiuti di Canicattì. E per questo servizio, la Sea ha ricevuto, dal Comune, Foro boario in comodato d'uso.
Delle verifiche e dell'attività investigativa si sono occupati i carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Canicattì, quelli del nucleo Operativo ecologico di Palermo e quelli del Centro Anticrimine Natura di Agrigento. Carabinieri che sono stati, di fatto, coadiuvati dal personale dell'Arpa. L'ispezione, dopo l'incendio di domenica, è stata fatta ieri e sono state appunto, stando all'accusa, riscontrate le varie mancanze ed irregolarità. E' scattato dunque, appunto, il sequestro probatorio dell'area e i due funzionari - uno del Comune di Canicattì e l'altro della società Sea - sono stati iscritti nel registro degli indagati.