Naufragio a Lampedusa, l'appello delle Ong: "Liberate subito le navi di soccorso"
All'appello dovrebbero mancare 15 persone circa. Fra i dispersi vi sarebbe una donna con la sua bambina di appena 8 mesi
Il bilancio dei corpi recuperati al largo di Lampedusa dopo il naufragio avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, sale a 13 morti. Si cercano, senza sosta, altri dispersi. Tra questi anche otto bambini. Le vittime, al momento, son tutte donne. A lanciare un accorato appello è la Ong Mediterranea. Le navi solidali sequestrate o inattive, al momento, sono undici. "Quanti morti vi servono ancora per decidere di cambiare rotta?". Dicono i volontari di Mediterranea. Una lunga lettera pubblicata sui cani social di Saving Humans
Naufragio davanti a Lampedusa: recuperate 13 salme, è stata la strage delle donne
"Ora la magistratura sarà chiamata a fare luce su questa ennesima tragedia, a pochi giorni dalle commemorazioni del 3 ottobre. Intanto piangiamo altri 30 morti, mentre ancora nulla si muove sul tema dei corridoi umanitari, dei canali di ingresso legali che sono l'unica vera soluzione di fronte a ciò che accade tutti i giorni, anche quando nessuno lo rende pubblico. Intanto impera un silenzio imbarazzante del governo italiano sugli accordi vergognosi che hanno consegnato nelle mani dei trafficanti di uomini e dei mafiosi libico il destino di decine di migliaia di esseri umani. Le nostre navi sono ancora sotto sequestro, illegittimamente. Quanto ancora dovremo aspettare per poter tornare a prestare aiuto a chi ne ha bisogno?".
All'appello dovrebbero mancare 15 persone circa. Fra i dispersi vi sarebbe una donna con la sua bambina di appena 8 mesi: lo racconta la sorella della vittima che è sopravvissuta e si trova all'hotspot.