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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Naro

Ottantaseienne pestato per 120 euro, l'indagato ha un alibi: scarcerato

La difesa del trentaduenne Calogero Troisi produce una testimonianza chiave e un video che dimostrano che a quell'ora l'indagato si stava facendo fare un tatuaggio al polpaccio

Arrestato con l'accusa di avere brutalmente pestato un uomo di 86 anni, procurandogli persino delle fratture al volto, per portargli via 125 euro e un quadro contenente monete di epoca fascista. Al tribunale del riesame, però, i difensori - gli avvocati Salvatore Manganello ed Eliana Salvaggio - dimostrano che l'indagato, Calogero Troisi, 32 anni, di Naro, ha un alibi: il 14 aprile, attorno alle 18, quando una coppia di giovani fece irruzione in casa dell'anziano, facendosi aprire con uno stratagemma, era impegnato a farsi fare un tatuaggio al polpaccio. L'arresto, quindi, è stato annullato.

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L'indagato, finito lo scorso 6 maggio agli arresti domiciliari con l'accusa di rapina aggravata contestata anche a un diciassettenne, collocato in comunità, aveva provato a difendersi anche durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Alfonso Malato che aveva accolto la richiesta del pubblico ministero Chiara Bisso, titolare dell'inchiesta, firmando un'ordinanza cautelare che imponeva gli arresti domiciliari.

La vittima, che li ha riconosciuti anche attraverso le foto dei profili Facebook, sostiene inoltre di averli visti, poco meno di due ore dopo, nei pressi di una gioielleria da dove si sarebbero allontanati di corsa dopo averlo visto. Gli orari indicati dall'anziano, ricostruiti dalla difesa anche attraverso l'accesso al pronto soccorso dell'anziano, sono del tutto incompatibili - come sottolineano i giudici del tribunale del riesame - con la presenza alle 18 nell'abitazione dell'ottantaseienne e con la loro presenza per strada, quando l'anziano li ha rivisti.

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La difesa ha prodotto la testimonianza del tatuatore che, non solo conferma di avere eseguito il tatuaggio a Troisi, ma ha anche documentato il lavoro con foto e video attraverso il proprio cellulare. Lo smartphone è stato sottoposto a una consulenza tecnica che certifica l'orario. Per i giudici gli elementi prodotti dalla difesa "sono del tutto incompatibili" con l'ipotesi accusatoria. L'ordinanza di arresto di Troisi (per il minorenne si procede a parte) è stata, quindi, annullata.

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