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Venerdì, 22 Settembre 2023
Cronaca Naro

La morte dei due operai alla Diga dopo caduta da oltre 30 metri, 6 rinvii a giudizio

L’incidente sul lavoro che costò la vita a Gaetano Camilleri, 56 anni, e Francesco Gallo, 61 anni, sarebbe stato provocato da una serie di negligenze organizzative e carenze strutturali

Sei rinvii a giudizio per l’incidente sul lavoro che costò la vita a Gaetano Camilleri, 56 anni, e Francesco Gallo, 61 anni, dipendenti del dipartimento regionale Acque e rifiuti, rimasti uccisi dopo una caduta da oltre trenta metri di altezza alla Diga Furore di Naro, finendo su una vasca a forma di imbuto. A deciderli, al termine dell'udienza preliminare, è stato il giudice Stefano Zammuto.

La tragedia sarebbe stata provocata da una serie di negligenze organizzative e carenze strutturali. L'incidente è avvenuto il 9 ottobre del 2017. I due operai, che dovevano eseguire dei lavori di manutenzione straordinaria in alcuni locali che si trovavano a quasi 32 metri di profondità, sarebbero saliti su un "cestello di realizzazione artigianale e non omologato, utilizzato impropriamente come attrezzatura di sollevamento".

Gli imputati sono: Francesco Mangione, 55 anni, di Raffadali, operaio istruttore che avrebbe azionato con una pulsantiera il cestello che, anziché calare i due operai gradualmente fino ai locali dove avrebbero dovuto lavorare, precipitò per la rottura di un anello ossidato; Giuseppe Cacciatore, 63 anni, di Agrigento, ingegnere responsabile per la sicurezza sul lavoro nella diga; Pietro Francesco Antonio Di Benedetto, 68 anni, di Palermo, responsabile del servizio di prevenzione; Francesco Greco, 61 anni, di Santa Flavia (Palermo), delegato alla sicurezza sul lavoro; Luigi Plano, 53 anni, di Raffadali, preposto alla Diga Furone e Biagio Sgrò, 63 anni, di Enna, responsabile del servizio di gestione infrastrutture del dipartimento regionale dell'Acqua e dei rifiuti.

Nessuno dei difensori (fra gli altri, gli avvocati Giuseppe Scozzari, Alfonso Neri, Salvatore Pennica, Vincenzo Caponnetto, Roberto Tricoli, Antonino Caleca, Roberto Mangano, Daniele Abbenavoli e Antonino Gaziano) ha chiesto il giudizio abbreviato e il giudice ha disposto l'approfondimento dei fatti in dibattimento: la prima udienza è stata fissata per il 19 aprile davanti al giudice monocratico Antonio Genna.

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