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Cronaca Naro

L'incidente alla Diga di Naro con due operai morti dopo caduta da oltre 30 metri, falsa partenza del processo

Il trasferimento in un altro tribunale del giudice Antonio Genna fa slittare l'apertura del dibattimento a carico di sei imputati

Falsa partenza del processo scaturito dall'inchiesta per l’incidente sul lavoro che costò la vita a Gaetano Camilleri, 56 anni, e Francesco Gallo, 61 anni, dipendenti del dipartimento regionale Acque e rifiuti, rimasti uccisi dopo una caduta da oltre trenta metri di altezza alla Diga Furore di Naro, finendo su una vasca a forma di imbuto.

Il 19 gennaio, il gup Stefano Zammuto decise i rinvii a giudizio e avrebbe dovuto iniziare il dibattimento davanti al giudice Antonio Genna. Il suo trasferimento in un altro tribunale, però, ha fatto slittare la prima udienza al 23 settembre.

La tragedia, secondo quanto ipotizzato dalla Procura, sarebbe stata provocata da una serie di negligenze organizzative e carenze strutturali. L'incidente è avvenuto il 9 ottobre del 2017. I due operai, che dovevano eseguire dei lavori di manutenzione straordinaria in alcuni locali che si trovavano a quasi 32 metri di profondità, sarebbero saliti su un "cestello di realizzazione artigianale e non omologato, utilizzato impropriamente come attrezzatura di sollevamento". 

Gli imputati sono: Francesco Mangione, 55 anni, di Raffadali, operaio istruttore che avrebbe azionato con una pulsantiera il cestello che, anziché calare i due operai gradualmente fino ai locali dove avrebbero dovuto lavorare, precipitò per la rottura di un anello ossidato; Giuseppe Cacciatore, 63 anni, di Agrigento, ingegnere responsabile per la sicurezza sul lavoro nella diga; Pietro Francesco Antonio Di Benedetto, 68 anni, di Palermo, responsabile del servizio di prevenzione; Francesco Greco, 61 anni, di Santa Flavia (Palermo), delegato alla sicurezza sul lavoro; Luigi Plano, 53 anni, di Raffadali, preposto alla Diga Furone e Biagio Sgrò, 63 anni, di Enna, responsabile del servizio di gestione infrastrutture del dipartimento regionale dell'Acqua e dei rifiuti.

Nessuno dei difensori (fra gli altri, gli avvocati Giuseppe Scozzari, Alfonso Neri, Salvatore Pennica, Vincenzo Caponnetto, Roberto Tricoli, Antonino Caleca, Roberto Mangano, Daniele Abbenavoli e Antonino Gaziano) ha chiesto il giudizio abbreviato: di conseguenza il giudice ha disposto l'approfondimento dei fatti in dibattimento.

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