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Cronaca

Morto dopo lite per la cassetta della posta, il gip archivia: "Indagato si è difeso"

Non ci sarà alcun processo a carico di un 67enne per l'accusa di omicidio preterintenzionale. "Decesso avvenuto per aritmia, solo un breve contatto fisico e qualche spintone"

La morte non è da ricondurre al litigio nel corso del quale c'è stato solo un "breve contatto fisico fatto di spintonamenti reciproci" nel quale, peraltro, "è verosimile che l'indagato abbia posto in essere comportamenti meramente difensivi".

Lo ha scritto il giudice Micaela Raimondo nell'ordinanza con cui archivia l'inchiesta, avviata per l'ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale, a carico di un sessantasettenne agrigentino coinvolto in un litigio con un vicino di casa di 2 anni più giovane, scoppiato per una questione abbastanza banale ovvero la cassetta della posta nella quale, a causa di una targhetta imprecisa, veniva inviata la corrispondenza sbagliata.

Il 14 luglio del 2020 l'indagato, oggi prosciolto, che ha nominato come difensore l'avvocato Davide Casà, riceve la visita polemica del vicino che ha trovato alcune sue lettere collocate per errore nella propria cassetta della posta. La discussione degenera e i due vengono alle mani. Dopo essere stati separati l'uomo va a casa dove si sente male, cade a terra e muore.

Secondo il gip, che ha accolto la richiesta del pm Chiara Bisso e rigettato l'opposizione dei familiari del 67enne, rappresentati dall'avvocato Salvatore Pennica, l'indagato "ha assunto solo un comportamento difensivo avendo peraltro ricevuto la visita con toni non concilianti nella sua abitazione" e la morte è da ricondurre alle patologie cardiache di cui soffriva la vittima. 

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