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Cronaca

Morte del diciannovenne Enzo Rigoli, il giudice ha nominato due periti

Troppe divergenze fra le versioni dei consulenti di parte, annullato il confronto

Niente confronto fra consulenti di parte, come ordinato in un primo momento. Il giudice monocratico Maria Alessandra Tedde ha disposto una perizia collegiale per tentare di fare luce sulle cause della morte del diciannovenne Enzo Rigoli, deceduto il 16 dicembre del 2012 per uno choc emorragico in seguito a un incidente stradale autonomo con la sua Citroen C3 in contrada Gasena. Questa mattina sono stati individuati i due professionisti che avranno il compito di studiare l’intera documentazione e valutare se l’operato dei medici imputati è stato corretto.

Morte di Enzo Rigoli, il giudice mette a confronto tutti i consulenti

Il medico legale Dino Maria Tancredi e il chirurgo Innocenzo Bertoldi sono stati convocati per l’11 aprile, giorno in cui sarà loro conferito l’incarico. Il giudice, con una perizia “terza”, di nomina del tribunale e non di parte come lo sono quelle di accusa, parte civile e difesa, tenterà di superare i dubbi emersi durante il dibattimento visto che i consulenti hanno dato versioni diametralmente opposte.

Per quello dei familiari del ragazzo "un corretto approccio terapeutico avrebbe consentito di salvargli la vita con possibilità attorno al 70 per cento". Per quello della difesa degli imputati "la situazione era disperata e sarebbe stato impossibile prevenire un esito infausto". Tesi simile per il consulente del pm, secondo cui "i medici furono negligenti ma la situazione era disperata e le possibilità di sopravvivenza minime".

Il consulente della difesa: "Le possibilità di salvezza erano minime"

Troppe divergenze che adesso saranno chiarite dai due periti e non più da un confronto fra gli stessi consulenti. Gli imputati, per l'ipotesi di reato di omicidio colposo, sono l'ex primario del reparto di chirurgia Salvatore Napolitano e il medico dello stesso reparto Sergio Sutera Sardo. Al primo viene contestato di essere arrivato in sala operatoria due ore dopo essere stato chiamato (l'imputato, residente a Gela, ascoltato in aula, ha dato la colpa al maltempo) mentre Sutera Sardo, secondo l'accusa, avrebbe dovuto intervenire chirurgicamente per tamponare l'emorragia nell'attesa che venisse il primario.

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