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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Morte di Enzo Rigoli, primario si difende: "Arrivai in ritardo per colpa del maltempo"

Salvatore Napolitano, ex responsabile del reparto di Chirurgia: "Mi precipitai in auto ma c'era il nubifragio, le condizioni del ragazzo erano disperate"

“Quando mi ha chiamato il collega Danilo Turco, che era di guardia al reparto di chirurgia, ero a letto. Mi disse che era arrivato al pronto soccorso un ragazzo ferito gravemente in un incidente stradale, mi vestii di corsa e presi l’auto. C’era un nubifragio, per questo impiegai due ore per arrivare all’ospedale”. L’ex primario di Chirurgia del San Giovanni di Dio, Salvatore Napolitano, imputato insieme al medico dello stesso reparto Sergio Sutera Sardo, si difende così in aula al processo in cui è accusato di omicidio colposo. Sutera Sardo è stato interrogato dall’avvocato della difesa Giusy Katiuscia Amato, da quello della parte civile Calogero Vella, dal pm Manuela Sajeva e dallo stesso giudice Maria Alessandra Tedde, davanti alla quale si celebra il dibattimento.

I genitori in aula: "I medici litigavano in sala operatoria"

Il processo è quello per la morte del diciannovenne Enzo Rigoli, avvenuta dopo un incidente stradale autonomo la notte del 17 dicembre del 2012 in contrada Gasena. Il ragazzo andò a sbattere con la sua C3 contro il guardrail, arrivò in ospedale cosciente ma morì dopo alcune ore per le lesioni interne. Dopo una complessa trafila giudiziaria il gip Alessandra Vella dispose l’imputazione coatta per i due attuali imputati e l’archiviazione per altri quattro medici. A Napolitano, residente a Gela, si contesta di essere arrivato tardivamente in sala operatoria, a Sutera Sardo di non avere iniziato un adeguato trattamento chirurgico nell’attesa dell’arrivo del suo primario.  

Napolitano arriva attorno alle 2 in sala operatoria e trova i medici e lo staff infermieristico all’interno. “Mi sono trovato davanti a una situazione disastrosa, - ha aggiunto - il povero ragazzo era in condizioni preterminali. Aveva una gravissima lesione epatica che i colleghi avevano tentato di ricucire con dei punti. Di per sè la sopravvivenza è molto complicata in questi casi ma qua c’era anche di peggio perché il paziente aveva un grave trauma cranico e addominale associato a uno pneumotorace che correttamente era stato drenato prima che arrivassi io”. 

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