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Tribunale / Ribera

Morta in ospedale di embolia polmonare, chiesto il rinvio a giudizio per tre medici

Secondo il consulente tecnico si sarebbe dovuto procedere con la terapia necessaria per scongiurare il rischio di un episodio fatale

Trentasettenne morì per embolia polmonare non diagnosticasta, chiesto il rinvio a giudizio per tre medici dell'istituto "Maugeri" di Ribera. A darne notizia, con una nota, è la "Giesse risarcimento danni", a cui si sono affidati i familari di Laura Gulino, deceduta nell'estate del 2020.

"Secondo quanto contestato nel capo d’imputazione - scrivono dalla Giesse - i professionisti non avrebbero valutato in modo corretto gli esiti degli esami a cui la donna era stata sottoposta e non avrebbero disposto gli accertamenti diagnostici necessari per identificare l’embolia polmonare in atto che, dopo tre giorni, non le lasciò scampo. Operando in questo modo con 'negligenza, imprudenza e/o imperizia'. Le ipotesi di reato sono le medesime per tutti e tre: 589 cp (omicidio colposo) e 590 sexies cp (responsabilità colposa per morte in ambito sanitario)".

La donna si era rivolta alle cure di diversi ospedali già nel giugno del 2020 perché avvertiva dei malesseri. Il 2 luglio viene trasferita all'istituto "Maugeri" e il 25 luglio manifesta il primo episodio di embolia polmonare ma gli accertamenti, dicono dalla "Giesse" vengono effettuati solo tre giorni dopo, quando il quadro clinico precipita e la donna muore. 

"Nel periodo tra il 25 e il 28 luglio 2020 – scrive il consulente tecnico - i sanitari che ebbero in cura Laura Gulino non riconobbero un chiarissimo quadro di embolia polmonare massima in paziente ad alto rischio, non sottoponendo mai così la paziente alla corretta terapia trombolitica, di fatto conducendola a morte".

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