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Cronaca Montallegro

Il Cga annulla ordine di demolizione: salvo stabilimento balneare

Ad intimare l'integrale demolizione era stata, nel 2006, la Soprintendenza che ha ritenuto la struttura fosse priva di autorizzazione paesaggistica

Annullato definitivamente l'ordine di demolizione: lo stabilimento balneare di Bovo Marina è salvo. A pronunciarsi - dopo aver anche disposto una apposita consulenza tecnica d’ufficio per verificare le conformità dello stabilimento balneare rispetto ai diversi titoli edilizi rilasciati nel tempo - è stato il Cga. 

Nel 1998, M. A. ha acquisito la gestione di un posto ristoro, a carattere stagionale, a Bovo Marina nel Comune di Montallegro su area demaniale marittima.  Tra il 2003 ed il 2005, la ditta titolare ha ottenuto dalle autorità amministrative i necessari titoli per poter eseguire dei lavori aggiuntivi per migliorare e ampliare la struttura. A distanza di diversi anni, ossia nel novembre 2016, la Soprintendenza di Agrigento, ha intimato l’integrale demolizione dello stabilimento balneare, ritenendo che la struttura fosse priva di autorizzazione paesaggistica, in quanto scaduta, e comunque in difformità rispetto al progetto approvato.

Il titolare dello stabilimento, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino, Vincenzo Airò e Calogero Marino, ha promosso ricorso davanti al giudice amministrativo per chiederne l’annullamento previa sospensione dell’efficacia. I legali, in particolar modo, hanno evidenziato l’illegittimità dell’ordine di demolizione affermando che la validità dell’autorizzazione paesaggistica deve essere agganciata alla durata della concessione demaniale. Ma hanno anche sostenuto che lo stabilimento balneare, anche per la parte realizzata in cemento, fosse conforme ai titoli edilizi rilasciati in precedenza anche dalla stessa Soprintendenza.

Dopo la consulenza tecnica, il Cga ha ritenuto che “non sono state riscontrate difformità urbanistiche in detto stabilimento”  e pertanto ha accolto il ricorso della titolare dell’attività, annullando l’ingiunzione alla demolizione intimata. Per effetto della sentenza, lo stabilimento potrà restare integro, mentre la Soprintendenza di Agrigento dovrà pagare le spese legali e quelle per la consulenza tecnica.
 

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