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Cronaca

Ai domiciliari per omicidio, esce per minacciare il nipote: condannato

Gerlando Sollano, 84 anni, è stato riconosciuto colpevole per uno solo dei tre reati contestati: assolto per evasione e porto ingiustificato di coltello

Un mese di reclusione per l'accusa di minaccia, assoluzione per quelle di evasione dagli arresti domiciliari e porto ingiustificato di arma bianca: la sentenza è del giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Antonio Genna, che ha riconosciuto colpevole l'imputato per uno solo dei capi di imputazione formulati.

Sotto processo, per l'ennesima volta, è finito l'ottantaquattrenne Gerlando Sollano, accusato di essersi allontanato dalla propria abitazione, dove stava scontando una condanna per omicidio, per aggredire con una mazza di ferro il nipote cinquantenne con cui aveva avuto altri contrasti di varia natura. 

Sollano, che è stato difeso dall'avvocato Gianfranco Pilato, peraltro, col nipote aveva già avuto un litigio legato alla casa. L'anziano era stato condannato definitivamente a 20 anni di carcere con l’accusa di avere ucciso un uomo che gli avrebbe molestato la figlia. Sollano, difeso dall'avvocato Gianfranco Pilato, era stato già denunciato dallo stesso nipote per "invasione di edifici" e minaccia. In particolare, secondo i contenuti della querela, si sarebbe appropriato di un immobile, che rientrava in un'eredità, e vi si sarebbe trasferito per espiare la condanna per omicidio in regime di detenzione domiciliare. I

L'episodio al centro del processo appena concluso risale al 14 maggio del 2016. Sollano, che avrebbe dovuto restare nella sua abitazione per effetto della condanna a suo carico, sarebbe uscito dalla casa di Fontanelle, dopo avere visto il nipote, per minacciarlo. Prima di raggiungerlo avrebbe afferrato un bastone di ferro che si trovava in un trattore e l'avrebbe brandito contro l'uomo gridandogli "ti ammazzo, ci penso io a te". Il pubblico ministero Roberto Gambina, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna dell'imputato a quattordici mesi di reclusione per tutte le accuse contestate. 

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