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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Meeting Francescano

Migranti, Bartolo: "Disparità per colore della pelle e religione"

L'eurodeputato ex responsabile del presidio sanitario di Lampedusa: "Differenza profondamente immorale"

"Si è creata una disparità, abbiamo accolto in questi mesi gli ucraini perché sono bianchi e cristiani e invece blocchiamo i profughi che hanno un colore diverso e questo lo ritengo profondamente immorale".

Lo ha detto, durante il forum "Il Mediterraneo senza frontiere: riconoscersi fratelli tutti" inserito nel primo meeting francescano che si sta svolgendo a Favara, l'eurodeputato Pietro Bartolo, medico ed ex responsabile del presidio sanitario di Lampedusa. 

"Oggi - aggiunge - una parte dell'Europa è ostile alle migrazioni. Si parla di accordi con paesi terzi, di barriere, ma non sono i muri, i fili spinati e i rimpatri che possono fermare queste persone, perché non hanno alternative. Ricordo una donna che ho visitato a Lampedusa che viaggiava ormai da 2 anni, che era stata picchiata e violentata in carcere più e più volte. Mi diceva che non le importava quello che aveva vissuto, perché per lei l'importante era essere arrivata in Occidente per il futuro dei propri figli. Come si può immaginar che queste persone si possano fermare, dopo quello che attraversano, solo per paura di un rimpatrio?".

Bartolo interviene inoltre definendo "Inaccettabile quello che accade lungo le rotte Balcaniche e lungo la rotta della Bielorussia". "Dobbiamo smetterla di pensare che le migrazioni siano un fenomeno negativo - ha concluso -. Per anni abbiamo subito una narrazione tossica che è stata messa in campo da qualcuno per una manciata di voti. Ci hanno detto che portano malattie, che ci invadono, che sono criminali:  hanno creato una cultura dell'odio e del rancore basata sulle bugie".

Don Nastasi: "Rileggere i fatti di Lampedusa alla luce del Vangelo"

"Durante quella stagione Dio ci stava parlando. Lampedusa in passato è rimasta fuori dalla storia, negli ultimi decenni però la storia l'ha attraversata e l'ha compresa e quei fatti certamente vanno riletti alla luce del Vangelo. Si è trattato del segni dei tempi attraverso cui Dio parla a tutti". Ad intervenire, durante il forum "Il Mediterraneo senza frontiere: riconoscersi fratelli tutti" inserito nel primo meeting francescano che si sta svolgendo a Favara è don Stefano Nastasi, già parroco di Lampedusa.

Don Stefano ha ricordato il naufragio del 3 ottobre del 2013 a Lampedusa: "Erano gli ultimi giorni sull'Isola per me. Io sono originario di Montevago che è stato squarciato dal terremoto del Belice nel 1968. Avevo visto solo dalle immagini di repertorio quanto era accaduto in quella data.

La mattina del 3 ottobre ho capito cosa significa un terremoto, perché è come un sisma quello che è avvenuto. Ricordo quel giorno, i pianti dei militari e le storie complesse, tristi e inzuppate di umanità.

La comunità non aveva mai vissuto una tragedia simile perché in genere i morti venivano recuperati a largo, ma stavolta i morti vennero raccolti alle porte di Lampedusa". "La cosa anomala - ha evidenziato - è che nei cimiteri dell'isola sono ospitate molte salme dei naufragio, ma di quello del 3 ottobre non c'è traccia". 

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