"Mi voleva obbligare a firmare le buste paga senza lo stipendio", accuse a ex presidente Ecap
Caterina Gangarossa chiama in causa l'avvocato Ignazio Valenza, imputato insieme a due marescialli dei carabinieri
“Mi sono rifiutata di firmare le buste paga senza avere percepito lo stipendio e da allora è iniziata una rappresaglia con contestazioni disciplinari e tentativi di farmela pagare”: Caterina Gangarossa, ex dipendente dell’istituto di formazione “Ecap”, ha raccontato in aula i contrasti con l’avvocato Ignazio Valenza, ex presidente dell’istituto, che si sono trasformati in un’accusa di tentata estorsione a suo carico. Il pubblico ministero Andrea Maggioni, in particolare, ipotizza che Valenza abbia cercato di costringere l’impiegata a sottoscrivere per accettazione le buste paga senza avere realmente percepito lo stipendio e che la minaccia sarebbe consistita nel rappresentarle che non sarebbe stata retribuita nemmeno in futuro.
“Sono entrata all’Ecap tantissimi anni fa – ha raccontato rispondendo al pm – e non ho mai avuto alcun tipo di problema con nessuno, nemmeno con l’avvocato Valenza. I guai sono iniziati nel 2011, quando l’istituto iniziò a non pagare gli stipendi con regolarità. In una circostanza chiesi spiegazioni anche a Valenza, poi mi fu chiesto di firmare le buste paga per accettazione e mi rifiutai di farlo”.
Valenza, sul punto, si è sempre difeso sostenendo di avere chiesto la firma per mere ragioni contabili. L’impiegata, che si è costituita parte civile insieme alla figlia – l’avvocatessa Laura Grado che sarebbe stata accusata falsamente da Valenza di avere indebitamente violato la corrispondenza dell’istituto – ha dato una versione diversa