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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Menfi

Trovate 5 tonnellate di pesce avariato in uno stabilimento abusivo, scatta una denuncia

All'interno del centro di stoccaggio e di lavorazione dei prodotti ittici, la Guardia di finanza ha scovato anche cinque dipendenti "in nero"

Sequestrati 4.700 chili di prodotti ittici avariati in uno stabilimento abusivo. E' accaduto a Menfi. A realizzare l'operazione è statala Guardia di finanza di Sciacca dopo un'attività info-investigativa indirizzata a reprimere il ricorso a manodopera irregolare.

I finanzieri della compagnia di Sciacca hanno individuato, a Menfi, uno stabilimento di stoccaggio e lavorazione di pesce completamente abusivo in cui erano impiegati cinque dipendenti "in nero". Le Fiamme Gialle, avvalendosi anche di personale del dipartimento di Prevenzione veterinario di Agrigento, hanno riscontrato numerosi dipendenti intenti alla lavorazione di varie tipoligie di prodotti ittici destinati al mercato locale, il tutto in assenza di autorizzazione igienico-sanitaria ed in violazione delle minime norma in materia di sicurezza alimentare.

Gli accertamenti effettuati hanno, inoltre, permesso di rilevare la presenza di circa 5 tonnellate di prodotti ittici, stoccati e lavorati per la successiva rivendita - in prevalenza si trattava di pesce sciabola e crostacei - in cattivo stato di conservazione e senza alcun riferimento circa la loro provenienza. "Dettagli" questi che avrebbero potuto pregiudicare - secondo la ricostruzione della Guardia di finanza - la salute pubblica. 

Grazie alle analisi di laboratorio è stata, infatti, riscontrata la presenza del parassita “Anisakis” con specifico riferimento al pesce sciabola.

L’attivita, coordinata dalla Procura della Repubblica di Sciacca, si è conclusa con la denuncia del titolare dell’azienda e con il sequestro penale dello stabilimento di lavorazione, oltre che dei 4.700 chili di prodotto ittico.

La pena prevista per tale condotta illecita è - rendono noto dalla Guardia di finanza - l’arresto fino ad un anno e l’ammenda fino all’importo massimo di 30.987 euro.

Adesso, il titolare dall’attività commerciale dovrà farsi carico delle spese di distruzione dell’intero quantitativo di merce sequestrata, oltre a sostenere le sanzioni per avere utilizzato personale non in regola con gli obblighi di assunzione. 

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