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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Menfi

"Quindicimila euro per evitare ... ": più mail con pretese estorsive per un'impresa

A presentarsi dai carabinieri, per denunciare quanto stava capitando, è stato il vice presidente dell’azienda che ha riferito su più messaggi – arrivati, da un mittente sconosciuto, all’indirizzo di posta elettronica della ditta – con i quali venivano chiesti i soldi per “impedire la messa in commercio di bottiglie di vino adulterate con veleno cianuro”

Quindicimila euro “per impedire la messa in commercio di bottiglie di vino adulterate con veleno cianuro”. Più messaggi estorsivi di questo genere sono arrivati ad una azienda vinicola di Menfi. A presentarsi dai carabinieri, per denunciare quanto stava capitando, è stato il vice presidente dell’azienda che ha, appunto, riferito su più mail – arrivate, da un mittente sconosciuto, all’indirizzo di posta elettronica dell’impresa – con le quali venivano chiesti i soldi per “impedire la messa in commercio di bottiglie di vino adulterate con veleno cianuro”. Messaggi più che inquietanti che, a quanto pare, non sarebbero arrivati soltanto all’azienda vinicola di Menfi, ma anche ad altre imprese del settore.

I carabinieri della stazione di Menfi, che sono coordinati dal comando compagnia di Sciacca, dopo aver raccolto la denuncia, a carico di ignoti, hanno subito avvisato la Procura della Repubblica della città delle Terme che ha aperto un’inchiesta. L’attività investigativa non si preannuncia semplice, ma non impossibile. Non è escluso – ma non ci sono conferme istituzionali al riguardo – che fra i primi passaggi investigativi che verranno mossi vi sarà quello di tipo tecnico ed informatico, cioè provare a risalire a quell’indirizzo mail sconosciuto. Fitto, anzi categorico, è il riserbo di investigatori e inquirenti. Ma a Menfi, fra quanti hanno a che fare con l’azienda vinicola, la notizia è rimbalzata. E anche su più bocche.

Non è escluso che gli investigatori possano anche provare a contattare le altre imprese, dello stesso settore, che hanno ricevuto le medesime, inquietanti, mail. E’ possibile, del resto, che venga fatto un raffronto per stabilire se – come sembra – la “mano” è sempre la stessa. Servirà comunque del tempo per mettere dei punti fermi nell’inchiesta e per provare, laddove possibile, a risalire all’autore di quella che ha tutte le caratteristiche di una chiara, e circostanziata, pretesa estorsiva.

All’impresa di Menfi, finita appunto nel “mirino”, le inquietanti mail sono arrivate a partire dallo scorso 5 agosto e fino a mercoledì 8 settembre. La denuncia è stata formalmente fatta invece venerdì 10. Forse, in primissima battuta, a quella prima mail, seppur dal “sapore” estorsivo, non è stato dato alcun peso, nessuna importanza. Poi però visto che ne sarebbero arrivate altre, il messaggio estorsivo ha iniziato a farsi preoccupante e quindi il vice presidente dell’azienda vinicola di Menfi ha deciso d’andare a bussare alla porta della caserma dei carabinieri per raccontare quanto effettivamente, via mail, stava accadendo all’impresa.

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