"Favoreggiamento immigrazione clandestina", revoca dei domiciliari
Per Pietro Bono, 64 anni, di Menfi è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria
I pubblici ministeri Geri Ferrara e Claudia Ferrari, due settimane fa, hanno chiesto la condanna di Pietro Bono, di 64 anni, di Menfi, a 6 anni di reclusione, con la riduzione per il rito abbreviato, per l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’ambito dell’inchiesta denominata "Scorpion Fish". Adesso, in attesa della conclusione del processo a suo carico, il Gup del tribunale di Palermo, Annalisa Tesoriere, ha disposto nei suoi confronti la revoca dei domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
È stata accolta la richiesta avanzata dal difensore di Bono, l’avvocato Accursio Gagliano. Bono è attualmente sotto processo assieme ad altre 11 persone, trapanesi e tunisini. Bono deve presentarsi tre volte alla settimana alla stazione dei carabinieri di Menfi. Nel processo ha già discusso anche il difensore di Bono, sostenendo che lui è estraneo ai fatti che gli vengono addebitati.