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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Chiamato di notte per salvare un infartuato, investe e uccide pedone: cardiologo a giudizio

Il pubblico ministero Antonella Pandolfi ha chiesto il processo per il medico Salvatore Geraci, 36 anni, accusato di omicidio stradale

Chiamato di notte per soccorrere un paziente, arrivato in ospedale con un infarto in corso, travolge e uccide un pedone che camminava sulla strada statale e che, curiosamente, stava facendo il percorso inverso essendo stato dimesso da poco dal San Giovanni di Dio. La vittima era un 45enne di nazionalità tunisina e si chiamama Taoufik lahmar.

Per il cardiologo Salvatore Geraci, 36 anni, al quale la Procura contesta di avere superato il limite di velocità di 20 chilometri orari provocando l'impatto col pedone, è stato chiesto il rinvio a giudizio per l'accusa di omicidio stradale. L'udienza preliminare è iniziata questa mattina davanti al gup Alfonso Malato. 

L'avvocato Alfonso Neri, che difende il medico insieme al collega Salvatore Pennica, ha chiesto il rito abbreviato a due condizioni: disporre una consulenza tecnica, che sarà eseguita dall'ingegnere Nicolò Vassallo, che ricostruirà la dinamica dell'incidente, e acquisire una relazione, redatta dal farmacologo Filippo Drago, che faccia piena luce sulle condizioni di salute della vittima che, secondo la difesa, avrebbe potuto soffrire di una patologia che potrebbe averlo portato a compiere un movimento improvviso che avrebbe colto di sorpreso l'automobilista. 

I familiari di lahmar si sono costituiti parte civile con l'assistenza dell'avvocato Giuliana Vullo e in caso di condanna dell'imputato otterranno il risarcimento del danno. L'incidente è avvenuto all'alba del 2 agosto dell'anno scorso: Geraci, cardiologo specialista di emodinamica, era reperibile e fu chiamato in piena notte per soccorrere un paziente infartuato che doveva essere sottoposto a un intervento di angioplastica. Geraci si mise in macchina e, con la sua Alfa Romeo, stava raggiungendo l'ospedale San Giovanni di Dio. Giunto a pochi chilometri dal bivio per l'ospedale, nella statale 189, investì in pieno e uccise il quarantacinquenne che lavorava al mercato ortofrutticolo e si trovava nella strada dove certamente non poteva camminare ma, in ogni caso, il pm Antonella Pandolfi sostiene che il medico abbia provocato l'impatto tenendo una velocità superiore di almeno venti chilometri orari rispetto al limite consentito. Lo stesso Geraci, nel violento impatto che quasi distrusse la parte anteriore e il parabrezza della sua auto, restò ferito e fu ricoverato in ospedale. Subito dopo essersi ripreso dal trauma, peraltro, ebbe la prontezza di chiamare il primario per consentire di trovare un sostituto che andasse subito in reparto ad eseguire l'angioplastica al paziente infartuato che si salvò. 

La Procura dispose una consulenza tecnica, eseguita da geometra Pietro Munzone, e un'ispezione cadaverica eseguita dal medico legale Angelo Montana. La difesa, adesso, ha ottenuto di dimostrare con due nuove consulenza che il cardiologo non avrebbe potuto evitare la tragedia. Si torna in aula il 24 settembre. 

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