rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Provocarono la morte di una 64enne per emorragia", cinque medici dal Gup

La donna, originaria di Palma di Montechiaro, perse la vita dopo un intervento di drenaggio ad un rene: dopo l'esposto dei familiari partì l'inchiesta

Cinque dirigenti medici dell'ospedale "San Giovanni Dio" compariranno nei prossimi mesi davanti al gup del Tribunale di Agrigento Luisa Turco per la vicenda che il 24 luglio 2018, portò alla morte di una donna di 63 anni di Palma di Montechiaro, Marianna Bellia.

L'inchiesta, subito dopo il decesso, venne aperta dalla Procura su sollecitazione dei familiari inizialmente contro ignoti. Le verifiche condotte successivamente hanno però adesso condotto alla richiesta di rinvio a giudizio dei sanitari perchè “per colpa consistita in grave negligenza, nonché mancando di seguire le linee guida e le buone prassi settoriali individuate dalla comunità scientifica, omettevano di prestare idonea terapia alla paziente, determinandone la morte per shock settico ed emorragico”.

"Muore poche ore dopo intervento di drenaggio", la Procura apre un'inchiesta

La famiglia è assistita dalla Studio3A che, attraverso una nota, riassume le accuse rivolte ai sanitari. "In particolare a G I., 41 anni, urologo, si imputa, durante il ricovero in Urologia, di aver 'omesso di somministrare tempestivamente terapia infusionale nonché antibiotica atta a contrastare l’infezione alle vie urinarie in corso e di non aver eseguito il drenaggio del rene mediante posizionamento di catetere uretrale'; a V. V., 43 anni, rianimatrice, 'di aver omesso nel corso della prima consulenza alla paziente di ricoverarla in Rianimazione, pur presentando una scarsa ossigenazione periferica e nonostante le fosse già stata somministrata la terapia di ossigeno in maschera'; a S. B., 35 anni, e ad A. P., 46, urologi, di aver eseguito un intervento chirurgico di nefrostomia 'danneggiando il rene destro della paziente', e al direttore del reparto di Urologia, M. R., 64 anni, unitamente a S. B. e a G. I., di aver eseguito un intervento chirurgico di nefroctomia 'determinando uno shock emorragico che aggravava il preesistente shock settico in corso determinando in tal modo il decesso'. Una concatenazione di errori e omissioni, sempre che vengano confermati nel dibattimento - concludono - di cui i figli di Marianna Bellia ora chiedono conto".

L'udienza, inizialmente prevista per lunedì scorso è stata rinviata al 5 luglio 2021.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Provocarono la morte di una 64enne per emorragia", cinque medici dal Gup

AgrigentoNotizie è in caricamento