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Cronaca

Una passione diventata mestiere, Maricetta Lombardo: "Mi sento una cittadina del mondo"

Nel suo curriculum premi e riconoscimenti, ma anche ambizioni che profumano di conquiste vere. Dentro il suo cammino anche un professore speciale come il maestro, Andrea Camilleri

Sei un attore, imprenditore, uno studente, o anche un "cervello" in fuga?  Abbiamo deciso di dare voce agli agrigentini fuori sede. Le loro esperienze, i loro racconti e le loro storie possono essere da esempio per chi ha voglia di tornare o anche di restare. Dedicheremo uno spazio settimanale, un focus che serva a raccontare le vite ormai lontane dall’ombra della Valle dei Templi. Un microfono aperto a tutti, una volta a settimana. Se un agrigentino fuori sede? Raccontati ad AgrigentoNotizie.

E’ cresciuta con la musica dentro le orecchie. Dentro le sue vene scorre forte la passione di un mondo difficile che, a piccoli passi, ha saputo conquistare. La gavetta vera fatta di rinunce e grandi sacrifici. Il nostro volto della settimana è quello della “signora del suono”, ovvero Maricetta Lombardo. Scelta e voluta dai principali registi, una passione che è diventata mestiere.

Nel suo curriculum premi e riconoscimenti, ma anche ambizioni che profumano di conquiste vere. Dentro il suo cammino anche un professore speciale come il maestro, Andrea Camilleri. L’umiltà di volercela fare e la voglia di non mollare mai, neppure quando tutto sembrava essere irraggiungibile.

Lei è la signora del suono, da dove ha inizio la sua storia?

"Sono cresciuta con la musica nelle orecchie. È sempre stata una mia grande passione che mi ha portato verso la radio, precisamente a radio Agrigento 1. Ero affascinata dal lavoro nel settore dello spettacolo, infatti, dopo il liceo artistico, frequentai il corso di scenografia all’accademia di belle arti ad Agrigento, la mia città. Nel 1990 m’imbattei in un piccolo manifesto pubblicitario in cui si promuoveva un corso di formazione teatrale organizzato dalla regione Sicilia. Decisi d’iscrivermi e iniziò tutto da lì. Feci da assistente ai docenti che arrivavano dall’accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico, tra cui il professore Andrea Camilleri. Mi videro attratta e portata per quel mondo lavorativo e mi parlarono del centro sperimentale di cinematografia. Feci la domanda e inviai le mie due registrazioni rudimentali. Mi chiamarono nella capitale e superai i due colloqui. Nel novembre di quello stesso anno frequentavo il corso di tecnica del suono. Un cammino tortuoso che decisi d’intraprendere con molta umiltà, tenacia e spirito di abnegazione sostenuta a distanza dalla mia grande mamma. Piano piano mi ritagliai il mio spazio. Ed eccomi qui".

Per inseguire il suo sogno, ha dovuto lasciare Agrigento. Le manca la sua città?

"Torno più o meno frequentemente con grande gioia nella mia città e non mi privo di visitarne i luoghi meravigliosi. Amo definirmi europea e cittadina del mondo. Sto praticamente bene in quasi ogni luogo anche se Agrigento e Roma sono i miei due posti del cuore". 

Ha un consiglio per i giovani agrigentini?

"Ambire all’elevazione! Mi sembra ci sia tanta pedanteria e ignoranza in giro. Frequentate di più i cinema, i teatri e le librerie. La crescita culturale e l’unica strada, ma soprattutto, per favore, finitela con questo sport di parlare male di Agrigento. Se ci sono delle cose che non vi piacciono rimboccatevi le maniche e buttatevi nella mischia. Spostate il vostro fondo schiena fuori casa e adoperatevi affinché migliorino le cose. Pretendete che tornino i concerti e gli eventi artistici, linfa per la mente".

Nella sua bacheca diversi riconoscimenti. Tutti prestigiosi. A quale premio (e perché) è più legata?

"Probabilmente al David di Donatello per Gomorra perché il primo, ma anche al Nastro d’Argento per l’Intrusa o il premio conferitomi l’anno scorso dalla Farm di Favara".

Qual è il suo grande sogno professionale?

"Non saprei! Forse mi piacerebbe fare una lunga esperienza all’estero, misurarmi con altri modi lavorativi, altre realtà, altri suoni nelle orecchie. Con grandi registi ho avuto il piacere di lavorare (Matteo Garrone, Stefano Sollima, Abbas Kiarostami, Emir Kusturica, Mario Martone, Pablo Trapero, Janus Metz, i fratelli d’Innocenzo, Edoardo Gabriellini). Sarei felice d’incontrare lavorativamente Martin Scorsese. Amo il suo cinema. Sergio Leone rimarrà un sogno irrealizzato".

 Tornerebbe a vivere ad Agrigento?

"L’importante è vivere dove si è felici, dove si sta bene".

 In cosa, secondo lei, Agrigento dovrebbe migliorare?

"La città sta pericolosamente arretrando. Bisogna agire subito. Soprattutto sulla cultura, la scuola. Gli insegnanti hanno un ruolo fondamentale, maieutico, per far venire fuori il meglio dai giovani. Imparare a non dare importanza al denaro come valore primario, ma avere gli strumenti per capire, per partecipare alla vita politica e sociale della città".

Dove si vede tra vent’anni?

"Mi piacerebbe un piccolo chiosco sul mare. Un posto alla buona, non amo la gente con la puzza sotto il naso! Vino, birra, ostriche e cozze e piatti del giorno con quello che trovo dal frutta e verdura. Chissà". 

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