Maltrattamenti, lesioni e diffusione di immagini sessualmente esplicite: tenta autolesionismo all'arrivo dei carabinieri
I militari dell'Arma, dopo aver evitato il peggio e aver accompagnato l'indagato in ospedale, hanno eseguito l’ordinanza di applicazione misura cautelare in carcere
Dovevano arrestarlo, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione misura cautelare in carcere, per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Reati commessi ad Agrigento dal 2019 al 2021 in danno della propria compagna. Alla vista dei militari dell’Arma della stazione del Villaggio Mosè - che dovevano appunto dar esecuzione al provvedimento del tribunale di Palermo, ma anche eseguire un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica sempre nell’ambito dello stesso procedimento penale – il quarantenne agrigentino ha dato in escandescenza. Preda di una vera crisi di ira, l’agrigentino – dinanzi agli occhi dei carabinieri – ha iniziato a compiere atti di autolesionismo. E’ stato, naturalmente, subito bloccato dagli stessi militari dell’Arma che, per fortuna, non sono rimasti feriti ed è stato trasferito al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento. L’agrigentino è stato sottoposto a tutte le cure sanitarie ritenute necessarie e solo nel primo pomeriggio è stato dimesso dal nosocomio di contrada Consolida. I carabinieri, a questo punto, hanno potuto eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e lo hanno trasferito alla casa circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di contrada Petrusa dove dovrà, naturalmente, restare a disposizione dell’autorità giudiziaria.
I carabinieri della stazione del Villaggio Mosè, nonostante il gran trambusto, hanno anche dato corso al decreto di perquisizione che era stato emesso dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Palermo, sempre nell’ambito del procedimento penale per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti commessi in danno della sua compagna.
Appena nei giorni scorsi, ma a Raffadali, un tunisino che, da anni, maltratterebbe la propria moglie, una trentunenne connazionale, non appena ha sentito dire alla donna che stava per recarsi alla stazione dei carabinieri per denunciarlo, si è dato cosparso di alcol e con un accendino si è dato fuoco. L’uomo, rimasto ustionato ad un braccio e ad una spalla, dopo un primissimo ricovero all’ospedale di Agrigento, dove i medici hanno diagnosticato 15 giorni per la guarigione, è stato trasferito al centro Grandi ustioni dell’ospedale “Civico” di Palermo. In questo precedente caso, il tunisino aveva cercato di addebitare la responsabilità delle ustioni alla moglie.