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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mafia

Alla guida dell'auto nonostante la sorveglianza, condanna ridotta per il boss Massimino

Tre mesi di reclusione per il capomafia, attualmente al 41 bis, che in poche settimane era stato denunciato diverse volte per violazione della misura di prevenzione

Condanna ridotta in appello per il boss Antonio Massimino, 51 anni, attualmente al 41 bis dopo l'ennesimo arresto, scattato il 4 marzo del 2019 nell'ambito della maxi inchiesta "Kerkent" nella quale emerge il suo ruolo di capoclan che avrebbe messo in piedi un vasto traffico di droga legato alla famiglia mafiosa. I giudici, ai quali si è rivolto il difensore, l'avvocato Salvatore Pennica, hanno rideterminato la pena in tre mesi rispetto ai dieci mesi inflitti in primo grado dal gup del tribunale di Agrigento.

Il capomafia, in seguito alle condanne rimediate nelle operazioni Akragas e San Calogero, era tornato libero nel 2015 e, in poche settimane, aveva rimediato diverse denunce per violazione della sorveglianza speciale che gli era stata applicata dopo avere espiato la pena.

Oltre alle restrizioni quali il divieto di abbandonare il proprio comune di residenza, rientrare in casa la sera e non frequentare pregiudicati, gli era stata ritirata la patente. La polizia, invece, lo aveva sorpreso al volante della propria auto intestata alla moglie. Massimino rispondeva di due episodi. In primo grado era stato riconosciuto colpevole di entrambi, in appello è stata decisa la parziale assoluzione e la condanna è stata ridotta.

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