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Mafia

"Traffico di droga e abigeato con la regia della mafia", chiusa inchiesta con 40 indagati

La Dda conclude l'indagine "Proelio" che ipotizza una serie di traffici illeciti sull'asse Agrigento-Ragusa

Traffico di droga e furti di bestiame sotto l’egida delle famiglie mafiose di due province: per i quaranta indagati dell’inchiesta “Proelio”, fra cui alcuni agrigentini, le indagini sono state chiuse e la vicenda presto approderà in aula per il processo.

Il pubblico ministero della Dda di Catania, Valentina Sincero, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari agli indagati che adesso avranno venti giorni di tempo per chiedere, attraverso i propri difensori (gli indagati agrigentini sono difesi dagli avvocati Giuseppe Barba, Francesco Carrubba, Antonino Gaziano e Vincenza Gaziano) di produrre delle memorie o farsi interrogare. Il passo successivo dei pm sarà la richiesta di rinvio a giudizio e la fissazione dell’udienza preliminare. L'operazione, eseguita dai carabinieri, è scattata il 6 giugno. Gli agrigentini arrestati sono: Francesco Fragapane, 37 anni, di Santa Elisabeta, figlio di Salvatore, capo mafia di Agrigento degli anni Novanta; Roberto Lampasona, 40 anni, di Santa Elisabetta; Antonino Mangione, 37 anni, di Raffadali; Giuseppe Quaranta, 49 anni, di Favara e Girolamo Campione, 40 anni, residente a Burgio. Le misure cautelari sono state in gran parte annullate dal tribunale del riesame che ha ritenuto non del tutto sussistenti gli indizi di colpevolezza. 

Le cosche ragusane, secondo quanto avrebbero fatto emergere le indagini, si sarebbero dedicate al traffico di cocaina che veniva acquistata in Calabria per poi essere smerciata in tutta l'isola, provincia di Agrigento compresa. 

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