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Le mani della mafia sulle scommesse illegali, chiesto rinvio a giudizio per 4 agrigentini

La lista dei 20 imputati della maxi inchiesta "Galassia" è stata più che dimezzata dopo l'avviso di conclusione delle indagini. Uno dei personaggi principali è il 46enne Davide Schembri, al quale - nei mesi scorsi - sono stati sequestrati beni per un milione di euro

Ci sono pure quattro agrigentini nella lista dei 20 imputati dell'inchiesta “Galassia”, che ipotizza un giro di scommesse illegali con la complicità della mafia. 

I pubblici ministeri della Dda di Reggio Calabria, Sara Armenio e Stefano Musolino, hanno chiesto i rinvii a giudizio a distanza di un anno e mezzo dalla notifica dell'avviso di conclusione delle indagini in cui comparivano ben 51 persone. 

Nella lista c’è Davide Schembri, 46 anni, di Agrigento, ex responsabile della Goldbet accusato di essere uno dei capi dell’organizzazione criminale: l'aggravante dell'avere agevolato la mafia, contestata in un primo momento, è stata adesso esclusa.

Schembri, difeso dagli avvocati Daniela Posante e Nico D'Ascola, il 13 dicembre di 3 anni fa finì in carcere: la misura fu subito attenuata in quella dei domiciliari e poi progressivamente ridotta. Gli altri agrigentini nei cui confronti è stata avanzata la richiesta di rinvio a giudizio sono: Pietro Salvaggio, 58 anni, di Sciacca; Giuseppe Stalteri, 63 anni, di Ribera e Gino Vincenzo D’Anna, 53 anni, anch’egli di Ribera.

Schembri, che nei mesi scorsi ha subito un sequestro di beni per un valore stimato attorno al milione di euro, si era difeso respingendo tutte le accuse. Gli inquirenti ipotizzano che la 'Ndrangheta avrebbe agevolato la diffusione del sistema illegale in cambio di una percentuale del cinque per cento sui guadagni. Schembri, secondo la Dda di Reggio Calabria, sarebbe stato uno dei capi promotori dell'organizzazione che gestiva la raccolta di scommesse on line illecite usando come "schermo" alcune piattaforme estere.

Per Salvaggio, D’Anna e Stalteri l’accusa è di associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa e, in particolare, avrebbero assunto il ruolo di “capi promotori gestori di una serie di società estere, prive di concessione nazionale” che avrebbero avuto la titolarità di siti internet usati per le scommesse illegali. 

L'udienza preliminare, davanti al gup di Reggio Calabria, Giovanna Sergi, è stata fissata per il 14 giugno. 

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