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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia Racalmuto

"Fece affari grazie alla connivenza con i boss", procura chiede di riaprire istruttoria

La difesa si oppone alla richiesta di produrre il provvedimento della sezione Misure di prevenzione, slitta la sentenza

Il sostituto procuratore generale Emanuele Ravaglioli chiede la riapertura dell’istruttoria per produrre il provvedimento, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale, che dispone il sequestro di beni per 120 milioni di euro nei confronti dell’imputato.

L’avvocato Salvatore Pennica, difensore dell’imprenditore di Racalmuto, Calogero Romano, 62 anni, condannato in primo grado a 6 anni e 6 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, si oppone alla richiesta e chiede in ogni caso, qualora dovesse essere accolta, di potere replicare con altre prove. La Corte di appello si è riservata di decidere e ha rinviato all’udienza dell’8 maggio.

"Imprenditore colluso con la mafia", nuovi atti della Procura

Romano, il 19 febbraio di due anni fa, è stato condannato dai giudici della prima sezione del tribunale di Agrigento a 6 anni e 6 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Il sostituto pg Rita Fulantelli, in precedenza, aveva chiesto la conferma del verdetto e il processo di appello è ormai prossimo all'epilogo. "Era perfettamente consapevole della caratura mafiosa dei boss Ignazio Gagliardo e Maurizio Di Gati - aveva detto - e grazie agli accordi che strinse con loro fece crescere le sue imprese contribuendo al rafforzamento di Cosa Nostra". 

Romano, difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Nino Caleca, era stato condannato pure a risarcire l'ormai ex Provincia regionale di Agrigento, il Comune di Racalmuto e la Regione Siciliana che si sono costituiti parte civile con l'assistenza degli avvocati Daniela Posante, Ignazio Valenza e Francesco Mulieri. 

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