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Mafia Campobello di Licata

Quaranta su Campobello non sa rispondere: "Noi siamo linea Fragapane-Di Gati e iddi eranu a linea Falsone"

Il pentito di Favara ricostruisce la guerra per il potere: "... la gente poi diventa malata in questa situazione e cerca sempre di avere il potere"

Su Licata e Campobello di Licata, nell'interrogatorio del 29 gennaio scorso, il pentito Giuseppe Quaranta di Favara non ha saputo rispondere. I magistrati della Dda di Palermo chiedevano di sapere da quali paesi fossero composti i mandamenti di Licata e Campobello di Licata e chi sono i capimandamenti.

"Non lo so perché eravamo in contrasto con i componenti di Campobello - ha fatto mettere a verbale il cinquantenne, neo collaboratore di giustizia - . Sì perché noi siamo linea Fragapane-Di Gati e iddi eranu a linea Falsone".

Blitz "Montagna", l'intercettazione: "Ma a Di Gati chi minchia l'ha incoronato?" 

Quaranta ha cercato di spiegare meglio questa affermazione: "Allora vi spiego una cosa, Di Gati per un periodo di tempo quando lo avevo io era capo provinciale, poi c'è stata la discussione con Falsone e sono entrati in campo i falsoniani, collegati con Provenzano, perché Di Gati era linea Totò Riina, i falsoniani linea Provenzano e sono entrati loro, poi qualcuno di qua è andato a fare parte dei falsoniani, 'nzumma c'è un ... diciamo no una guerra di armi, ma una guerra di potere a parole, a chiacchiere per essere con chi vincente ... perché poi la gente ... la gente poi diventa malata in questa situazione e cerca sempre di avere il potere, picchì è sempri ca sapi fari sulu da cosa ... il lavoro giornaliero tutto qua". 

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