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Mafia Camastra

Cercavano degli assassini e hanno scoperto un giro di racket: ecco come è nata "Vultur"

A raccontarlo in aula è stato l’ex dirigente della Squadra Mobile di Agrigento, Corrado Empoli

Cercavano gli assassini dei palmesi Giuseppe Condello e Vincenzo Priolo - trovati cadavere, il 25 gennaio del 2012, sotto un canale - . Quell’inchiesta non portò ad alcun risvolto, ma permise di fare luce sulle dinamiche mafiose di Camastra "dove Condello, nella gestione del racket, aveva soppiantato un vecchio uomo di Cosa Nostra come Rosario Meli". A raccontarlo - durante l'udienza del processo che è in corso davanti ai giudici della seconda sezione penale presieduta da Luisa Turco, è stato l’ex dirigente della Squadra Mobile di Agrigento, Corrado Empoli, attualmente in servizio con lo stesso incarico alla Questura di Bologna. Il processo è quello scaturito dall’inchiesta “Vultur”. Gli imputati sono quattro: Rosario Meli di 69 anni, il figlio Vincenzo di 46 anni, Calogero Piombo, 65 anni, tutti di Camastra; e Calogero Di Caro, 70 anni, di Canicattì. Le accuse ipotizzate sono di associazione mafiosa ed estorsione. Il personaggio principale è Rosario Meli, detto “u puparu”. 

“Il 25 gennaio del 2012 – ha raccontato il dirigente della polizia – abbiamo ritrovato i cadaveri di Condello e Priolo in un canale. Fortuna volle che Condello fosse intercettato nell’ambito di un’indagine su un traffico di droga che stava svolgendo la Guardia di finanza. Gli abbiamo chiesto i tabulati e le conversazioni e ne abbiamo ricavato dati molto interessanti. Le nostre indagini - aggiunge - si sono concentrate subito su Camastra ed in particolare su una famiglia del posto con cui Condello intratteneva rapporti mettendo tutti sotto intercettazione”.

In questa fase Vincenzo De Marco e la moglie Irene Casuccio, titolari di un’agenzia di onoranze funebri che avrebbe subito estorsioni prima da Condello e poi da Priolo, vengono convocati come persone informate sui fatti e tenute sotto controllo con intercettazioni “per acquisire informazioni genuine”. “Abbiamo dovuto conquistare la loro fiducia – ha spiegato il vice questore Empoli – e hanno iniziato a collaborare raccontando tanti particolari che prima non sapevamo”.

“Condello, ad esempio, a De Marco chiedeva delle regalie ogni tre o quattro mesi. Meli, invece, pretendeva il 50 per cento per ogni funerale anche se non aveva alcun ruolo nella gestione dell’attività”. I difensori - gli avvocati Giovanni Castronovo, Santo Lucia, Angela Porcello, Lillo Fiorello e Giuseppe Barba - sostengono che, in realtà, Meli in passato fosse socio con De Marco e la percentuale gli fosse dovuta per saldare dei debiti pregressi.

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