“Non si è dissociato da Cosa nostra ma ha fatto volontariato”: il boss Fabrizio Messina torna libero
Il magistrato di sorveglianza dichiara cessata la pericolosità sociale e revoca il provvedimento che stabiliva le prescrizioni per il fratello dell’ex numero uno di Cosa nostra agrigentina
"Anche se non ha esplicitato alcuna pubblica dichiarazione di dissociazione dalla compagine criminale mafiosa ha fatto volontariato e aiutato il fratello nell'attività di vendita di prodotti ittici": con queste motivazioni il magistrato di sorveglianza Walter Carlisi ha dichiarato cessata la pericolosità sociale nei confronti di Fabrizio Messina, 47 anni, due volte condannato per mafia.
Come "appendice" alla sentenza dell'operazione "Nuova cupola", che riconosceva il suo ruolo di boss di Porto Empedocle, seguendo la tradizione di famiglia dei fratelli Gerlandino e Salvatore, gli era stata applicata la libertà vigilata che prevede delle restrizioni della libertà personale come il divieto di frequentare pregiudicati e l'obbligo di dimora e di restare in casa in alcuni orari serali.
Il magistrato, al quale si è rivolto il difensore, l'avvocato Salvatore Pennica, ha ritenuto che il capomafia del quartiere Cannelle, abbia intrapreso un percorso, fatto di volontariato e lavoro, che abbia fatto venire meno la sua pericolosità sociale pur in assenza di una manifesta dissociazione da Cosa nostra.