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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia

L'operazione antimafia Xydi, tolto obbligo di dimora a poliziotto

Giuseppe D'Andrea era stato arrestato nel blitz che ha sgominato il mandamento di Canicattì con l'accusa di accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto di ufficio. Secondo il gip le esigenze cautelari si sono affievolite

Il lungo periodo di sottoposizione alla misura cautelare (prima carcere, poi domiciliari e infine obbligo di dimora e firma), oltre alla sospensione dalla polizia di Stato disposta dal ministero dell'Interno, consentono di ritenere attenuate le esigenze cautelari.

Con queste motivazioni il gip di Palermo, Lirio Conti, ha revocato l'obbligo di dimora, mantenendo solo l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti del poliziotto Giuseppe D'Andrea, 49 anni, fermato il 2 febbraio dal Ros nell'ambito dell'operazione "Xydi" con l'accusa di accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto di ufficio.

Il giudice ha accolto l'istanza dei difensori dell'agente, gli avvocati Daniela Posante e Antonella Arcieri, e ha ridotto al minimo le prescrizioni che già erano state progressivamente diminuite. D'Andrea, assistente capo in servizio al commissariato di Canicattì, finito prima in carcere e poi, dopo l'udienza di convalida del fermo, agli arresti domiciliari, in concorso con altri pubblici ufficiali non identificati, avrebbe fatto degli accessi non autorizzati alla banca dati in dotazione alla polizia per acquisire notizie relative ad una licenza commerciale e alla posizione di un imprenditore.

Notizie che poi, sempre secondo quanto ipotizzano i pm della Dda che hanno condotto l'inchiesta, sarebbero state rivelate ai mafiosi Gregorio Lombardo e Giancarlo Buggea e all'avvocato Angela Porcello, compagna di Buggea, che avrebbe strumentalizzato i suoi incarichi professionali diventando "consigliori" e cassiera di Cosa Nostra.

Il tribunale del riesame, nelle settimane successive all'operazione, aveva già disposto una prima attenuazione applicandogli il doppio obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. Misura ulteriormente alleggerita dallo stesso gip. L'inchiesta, che ha stretto il cerchio attorno al superlatitante Matteo Messina Denaro, principale indagato, ha avuto una sostanziale conferma al tribunale del riesame dove gran parte dei 23 provvedimenti restrittivi sono stati confermati. 

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