Le microspie in ospedale dopo l'agguato e la rivelazione: "Così abbiamo sparato a Carnazza"
Il dirigente della squadra mobile Giovanni Minardi rivela che, nel corso delle indagini che hanno portato all'operazione "Mosaico", è emerso un tentato omicidio neppure mai denunciato. In aula i video dei killer
"Con quella stessa Panda abbiamo sparato a Carnazza". Il soprannome, l'ingiuria, è quello dei Bellavia. Secondo il dirigente della squadra mobile di Agrigento, Giovanni Minardi, il quarantenne favarese Carmelo Nicotra, avrebbe messo a segno un tentato omicidio, mai neppure denunciato, nei confronti di Calogero Bellavia. A rivelarlo sarebbe stato lui stesso parlando con il cognato Calogero Gastoni.
"Subito dopo il tentato omicidio ai danni di Nicotra - ha detto Minardi rispondendo al pm della Dda Claudio Camilleri - abbiamo collocato le microspie nella sua camera di ospedale ed è stato lui stesso, pur parlando a bassa voce e con mille precauzioni, a fornirci spunti interessanti per le indagini".
E' entrato nel vivo il processo a carico di Carmelo Vardaro, 45 anni, di Favara, unico imputato dell'inchiesta "Mosaico" che non ha scelto il rito abbreviato e, quindi, è stato rinviato a giudizio. Vardaro, nell'ambito dell'indagine sulla faida che fra Favara e il Belgio ha provocato una carneficina con almeno 5 omicidi e una decina di tentati omicidi, è accusato di un omicidio, di due tentati omicidi, di due estorsioni con metodo mafioso e di una serie di episodi satellite.
Il favarese, in particolare, avrebbe cercato di vendicare l'omicidio dell'imprenditore Carmelo Bellavia, condannato per favoreggiamento al boss Gerlandino Messina, uccidendo uno dei killer, ovvero Maurizio Di Stefano: il 14 settembre del 2016, però, in Belgio, nell'abitazione della vittima designata trovano un suo amico - Mario Jakelich - che viene freddato con un colpo di pistola in fronte. Di Stefano viene colpito da alcuni proiettili ma si salva.
Il 23 maggio del 2017 Di Stefano sopravvive a un nuovo agguato nel garage del favarese Carmelo Nicotra che ha la peggio e viene ferito in maniera più grave da alcuni colpi di kalashnikov ai glutei. Vardaro avrebbe commesso i due agguati insieme a Calogero e Antonio Bellavia. I fratelli Calogero ed Emanuele Ferraro (quest'ultimo, a sua volta, è stato poi ucciso) avrebbero partecipato al solo agguato ai danni di Nicotra e Di Stefano.
"Nicotra - ha aggiunto Minardi rispondendo pure all'avvocato Salvatore Virgone, difensore dell'imputato - non aveva capito da che parte stesse Emanuele Ferraro. Molti protagonisti di questi scontri facevano il doppio gioco". In aula sono stati mostrati alcuni video che immortalano le fase precedenti e successive ad alcuni agguati, registrati dalle telecamere di sicurezza. Il processo, davanti alla Corte di assise presieduta da Alfonso Malato, riprende il 4 marzo.