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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia Favara

La faida sull'asse Favara-Belgio, tutti gli 8 imputati scelgono il giudizio abbreviato

L'operazione Mosaico, che avrebbe fatto luce su svariati omicidi e agguati falliti, approda in aula per l'udienza preliminare. La difesa solleva numerose eccezioni preliminari e produce alcune consulenze. Alcune vittime si costituiscono parte civile

Tre omicidi consumati, due agguati falliti e, sullo sfondo, un traffico di armi e droga: l'inchiesta "Mosaico", che ha svelato una faida sull'asse Favara-Belgio, scaturita dall'omicidio dell'imprenditore vicino alla mafia Carmelo Bellavia, approda in aula per l'udienza preliminare e la difesa degli 8 imputati annuncia già la strategia processuale che sarà comune a tutti, ovvero il giudizio abbreviato.

La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dai pm Claudio Camilleri, Calogero Ferrara, Alessia Sinatra e Gianluca De Leo. Alcune accuse sono state stralciate. L'operazione, che ha fatto luce su altri episodi di sangue maturati nell'ambito degli scontri fra le due bande, è stata eseguita il 15 settembre dalla squadra mobile. 

L'avviso di conclusione delle indagini, in precedenza, era stato notificato ad Antonio Bellavia, 48 anni, residente in Belgio; Calogero Bellavia, 30 anni, di Favara; Calogero Ferraro, 43 anni, di Favara; Calogero Gastoni, 38 anni, di Agrigento; Carmelo Nicotra, 39 anni, di Favara; Gerlando Russotto, 31 anni, di Favara; Carmelo Vardaro, 44 anni, di Favara; Vincenzo Vitello, 64 anni, di Favara e Maurizio Di Stefano, 47 anni, di Favara. La posizione di quest'ultimo, forse per un problema di notifiche non essendo residente in Italia, è stata stralciata.

Intanto lo stesso, con l'assistenza dell'avvocato Salvatore Cusumano, si è costituito parte civile contro gli imputati accusati di avere cercato di ucciderlo in ben due circostanze.

Tre gli omicidi "con metodo mafioso" contestati: quello di Mario Jakelich, avvenuto il 14 settembre del 2016 in Belgio (contestato ai Bellavia e a Vardaro), quello ai danni di Carmelo Ciffa, ucciso in pieno giorno a Favara il 26 ottobre del 2016 (contestato ai Bellavia) e quello ai danni di Emanuele Ferraro, ucciso a Favara l'8 marzo del 2018: il delitto è contestato a Gastoni.

Lo stesso Di Stefano sarebbe stato vittima di due tentati omicidi: il primo in occasione dell'omicidio di Jakelich e il secondo, il 23 aprile del 2017, a Favara, nel magazzino di Nicotra: anche in questo caso la vittima designata era lui ma si salvò e restò solo ferito.

Anche Nicotra ha assunto la doppia veste di imputato e parte civile contro i suoi killer pur essendo accusato di favoreggiamento nei loro confronti per non averli indicati alla polizia e ai carabinieri che indagavano. Lo stesso hanno fatto la mamma e la sorella di Jakelich (assistite dagli avvocati Teresa Alba Raguccia e Graziella Vella) e i familiari di Emanuele Ferraro dando incarico di essere rappresentati in giudizio dall'avvocato Ilaria Sprio.

Nell'inchiesta sono confluiti una serie di segmenti investigativi su un vasto giro di armi, droga ed episodi di criminalità connessi agli agguati. 

La difesa ha formulato alcune richieste su cui i pm si pronunceranno alla successiva udienza fissata dal gup di Palermo, Claudia Rosini, per il 22 giugno. Gli avvocati Samantha Borsellino e Salvatore Cusumano, difensori di Nicotra, hanno chiesto la riunione del processo con quello, istruito per il riciclaggio di un'auto trovata nel luogo dell'agguato, al tribunale di Agrigento. Chiesta anche l'inutilizzabilità del verbale di interrogatorio immediatamente successivo all'agguato ai suoi danni.

E poi, ancora, fra le altre cose, l'avvocato Giuseppe Barba ha prodotto una consulenza tecnica su due video che smentirebbe, dal punto di vista della difesa, il coinvolgimento dei Bellavia nell'agguato a Nicotra e Di Stefano. Le immagini dei sistemi di videosorveglianza avrebbero immortalato le fasi preparatorie del tentato omicidio.

Infine la scelta di rito, per ora solo annunciata, da parte del collegio difensivo di cui fanno parte pure gli avvocati Salvatore Virgone, Angelo Farruggia, Annalisa Russello e Giacomo La Russa.  

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