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Operazione Kerkent

Mafia, traffico di cocaina e violenza sessuale: 19 condanne e un'assoluzione

I giudici della Corte di appello diminuiscono le pene per tredici imputati: confermato il proscioglimento del commerciante Salvatore Ganci accusato di avere commissionato una spedizione punitiva ai danni della moglie di un truffatore

Diciannove condanne, tredici delle quali ridotte e una sola assoluzione: i giudici della Corte di appello di Palermo, dopo una camera di consiglio durata oltre 8 ore hanno emesso la sentenza di appello del processo scaturito dalla maxi operazione antimafia "Kerkent" che ha disarticolato il clan messo in piedi dal boss Antonio Massimino tornato "operativo", sostiene l'accusa, dopo due condanne definitive. Il boss di Villaseta avrebbe riorganizzato il clan con estorsioni a tappeto e con un vasto traffico di cocaina. 

La Corte ha confermato l'unica assoluzione decisa in primo grado che era stata impugnata ovvero quella del commerciante di auto Salvatore Ganci, 48 anni, accusato di avere commissionato al capomafia una rappresaglia ai danni di un uomo vicino al clan che lo aveva truffato acquistando un'automobile del suo negozio con un assegno falso. Massimino, secondo l'ipotesi che non ha retto al vaglio del processo, insieme a un affiliato, avrebbe sequestrato la moglie del truffatore, che poi ha collaborato con gli inquirenti, e l'avrebbe palpeggiata per dargli una lezione.

L'operazione della Dia è scattata il 4 marzo del 2019: altri sei imputati sono sotto processo al tribunale di Agrigento. Il procedimento appena concluso è quello relativo al troncone abbreviato. Le pene decise, quindi, sono ridotte di un terzo per effetto del rito speciale. 

I sostituti procuratori generali di Palermo Francesca Lo Verso e Giuseppina Motisi, avevano chiesto nei confronti di Ganci la condanna a 9 anni, 10 mesi e 15 giorni mentre per il boss Antonio Massimino era stato proposto un aumento di pena da 20 anni a 22. I giudici, invece, hanno confermato le assoluzioni e ridotto le condanna per tredici dei diciannove imputati riconosciuti colpevoli in primo grado.

Questo nel dettaglio la sentenza di secondo grado: Marco Davide Clemente: 9 anni e 2 mesi (9 anni e 6 mesi in primo grado); Sergio Cusumano: 8 anni e 4 mesi (12 anni e 8 mesi); Alessio Di Nolfo: 11 anni e 4 mesi (12 anni); Eugenio Gibilaro: 7 anni e 4 mesi (10 anni); Domenico La Vardera: 3 anni e 8 mesi (8 anni e 8 mesi); Domenico Mandaradoni: 4 anni (8 anni); Gerlando Massimino: 10 anni (12 anni); Antonio Messina: 9 anni e 4 mesi (12 anni); Giuseppe Messina: 12 anni, 10 mesi e 20 giorni (20 anni); Andrea Puntorno: 4 anni (8 anni); Calogero Rizzo: 4 anni (5 anni); Giuseppe Tornabene: 8 anni e 4 mesi (8 anni e 8 mesi); Francesco Vetrano: 16 anni e 1 mese (20 anni); James Burgio: 8 anni (8 anni); Salvatore Capraro: 9 anni (9 anni); Fabio Contino: 8 anni (8 anni); Salvatore Ganci: assoluzione (conferma); Antonio Massimino: 20 anni (20 anni); Liborio Militello: 8 anni (8 anni); Luca Siracusa: 8 anni (8 anni). 

La Corte ha accolto, seppure non interamente, gran parte delle tesi dei difensori. Nel collegio, fra gli altri, gli avvocati: Salvatore Pennica, Alfonso Neri, Daniele Re, Gisella Spataro, Francesco Accursio Mirabile, Monica Malogioglio, Marco Aloisio, Salvatore Butera, Giovanni Castronovo, Enrico Quattrocchi e Annalisa Russello. 

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